Dieta mediterranea, Patuanelli: “Assurdo il semaforo sul cibo. Con l’adesione della Spagna ora aboliremo il Nutriscore”

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“Oggi il ministro spagnolo ha confermato che ormai la posizione della Spagna è di profonda criticità rispetto al nutriscore, l’adesione della Spagna rappresenterebbe la fine del nutriscore, perché con questa alleanza abbiamo creato la minoranza di blocco. Anche in Francia i produttori finalmente si sono accorti dei rischi che anche loro corrono contro questa assurdità del semaforo sul cibo. La dieta mediterranea è patrimonio dell’umanità ed è un valore assoluto”. Lo dice il ministro delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli, intervenendo al Glocal Economic Forum di Esg89.

Il nutriscore è l’etichetta ideata dalla Francia che, utilizzando l’immagine di un semaforo, assegna un colore e dà il “via libera” a ogni alimento in base a determinate caratteristiche (il livello di zuccheri, grassi e sale). In altre parole, per fare un esempio, i cibi con semaforo “verde” sono da preferire rispetto a quelli “rossi”. L’Italia si è schierata contro questo sistema di classificazione sostenendo che le indicazioni “a semaforo” penalizzino i prodotti Made in Italy e, di conseguenza, la dieta mediterranea.

“I dati dell’export italiano sono dati positivi e importanti. L’Europa c’è e fa gioco di squadra con i governi nazionali – spiega l’europarlamentare del Partito Democratico Pina Picierno – Con il ministro Patuanelli c’è una splendida collaborazione, la voce dell’Italia arriva forte e chiara, anche qui a Bruxelles, le voci che rappresentano gli agricoltori ci sono sempre state, sono state sempre stimolo costante”.

Sull’importanza di investire sulla produzione nazionale è intervenuto anche Luigi Scordamaglia, Filiera italia: “La pandemia ha messo in evidenza la necessità che, a fronte di una globalizzazione senza regole, bisogna ripuntare sulla produzione nazionale, per rendere questo Paese svincolato dai limiti, dai fenomeni di accaparramento, di speculazione che oggi gravano su un bene così prezioso come l’alimentare”. Quello che manca nel nostro Paese secondo Ettore Prandini, Coldiretti, sono gli investimenti infrastrutturali: “Se nel nostro Paese non andremo ad investire in modo puntuale sulle infrastrutture necessarie investendo sul tema della portualità, sul tema del retroporto, del trasporto su rotaie, creando il Terzo valico” non potremo essere davvero competitivi: “investire ci permette di esserlo – conclude Prandini – con un occhio importante al mercato asiatico, senza trascurare quello atlantico”.

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