Sotto casa di Federico Dimarco, a Milano, è comparso uno striscione violento e minaccioso: “Dimarco pensa a giocare. O la lingua te la facciamo ingoiare”. La Procura di Milano aprirà nelle prossime ore un fascicolo per minacce aggravate, sull’episodio sta indagando infatti la Digos col coordinamento del dipartimento antiterrorismo, che si occupa anche delle azioni degli ultrà. Ma cosa è successo? L’esterno dell’Inter, al termine del derby di Champions vinto dai nerazzurri, aveva preso il microfono di San Siro e lanciato i cori “chi non salta è rossonero” e “milanista chiacchierone, quanta fantasia che hai”. Eccesso di euforia per cui poi è stato preso di mira dai violenti che hanno appeso lo striscione sotto la sua abitazione. Poche ore dopo Dimarco, attraverso i social network, ha chiesto scusa al Milan. La Curva Sud, cuore del tifo rossonero, ha fatto sapere di aver apprezzato il dietrofront, ribadendo l’impegno “che regge da 40 anni di portare avanti un patto di non belligeranza, caso unico in Italia”.
Le scuse di Dimarco
Su Instagram Dimarco ha scritto: “Martedì sera dopo la partita mi sono lasciato andare a un momento di leggerezza. Volevo chiedere scusa a tutti i tifosi del Milan che si sono sentiti offesi”. Il giocatore non è nuovo a questo tipo di iniziativa. Già a gennaio a Riad, dopo la vittoria interista della Supercoppa italiana, aveva guidato i cori della curva dell’Inter contro il Milan. In quel caso, con un megafono.
La risposta della curva del Milan
In un comunicato ufficiale, pubblicato sui propri canali, la curva sud rossonera ricorda che “le curve di Milano si impegnano da 40 anni a portare avanti un patto di non belligeranza” e dice di non accettare “i cori di scherno verso una curva intera, alla presenza della stessa”. Infine, gli ultrà del Milan dicono di apprezzare “le scuse del giocatore Dimarco comprendendo che a volte l’adrenalina e l’euforia possano giocare brutti scherzi, e ci auguriamo di non assistere più a scene simili, da ambo le parti”.
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