“Dio è queer, non accetto la croce usata come corpo contundente dalla destra”

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“La destra fascista o post fascista – non sono sicura di chiamarla così – non può intestarsi un’esperienza culturale e umana, religiosa e spirituale, che ha dato così tanto a tutti noi. Non la lascio a una parte politica che la strumentalizza per tirare confini tra buoni e emarginati, errori della creazione”. La scrittrice cattolica Michela Murgia spiega così una parte delle ragioni che l’hanno portata a scrivere “God save the queer, catechismo femminista” (Einaudi), in uscita il primo novembre.

Un saggio nato in realtà dalla domanda: come fai a tenere insieme la tua fede cattolica e il tuo femminismo? E che sonda la “queerness” di Dio, la “pratica della soglia” che secondo Murgia vive ogni credente tutti i giorni. L’incontro con Giulia Santerini è anche l’occasione per raccontare la sua malattia e confermarsi, anche su questo campo, una grande combattente.

Metroplis Extra è l’appuntamento del giovedì per conscere persone disposte a mettersi in gioco e storie uniche

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