Divise di deportati e volantini sulla Shoah, l’ultimo oltraggio dei No Vax nel Giorno della Memoria

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Camicie a righe stese a terra a Perugia, simili a quelle dei deportati nei campi di concentramento. Le bandiere d’Israele sventolate in strada a Torino che paragona le discriminazioni e lo sterminio degli ebrei alle norme anti Covid a Sesto Fiorentino, sul monumento al Partigiano. E, ancora, a Belluno le stelle di David accanto al Qr Code.

L’ultimo oltraggio dei No Vax si consuma nel Giorno della Memoria. I contrari al vaccino e al Certificato verde si sono appropriati, ancora una volta, in piazza, sui social e nelle chat dei simboli, dei temi, delle parole d’ordine di ricordo dei perseguitati dal nazismo e dal fascismo. Provocazioni antistoriche e dal sapore antisemita giudicate “inaccettabili”. La ministra degli Interni, Luciana Lamorgese, ha invitato tutti “a non abbassare la guardia”. E molte sono state le reazioni sdegnate:

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Nella sua città sono apparse le bandiere israeliane con le date delle leggi razziali. Davanti alle scuole sono stati distribuiti manifestini con la firma del Comitato di Liberazione Nazionale fondato dal giurista dell’università di Torino, Ugo Mattei, e di Resistenza radicale – sindacati Fisi. E ancora davanti alla sede del

movimento Fronte del Dissenso, in contrapposizione “alla gestione autoritaria dell’emergenza” Covid. I manifestanti hanno steso per terra camice a righe, simili a quelle in uso ai deportati nei campi di concentramento, su cui è stata aggiunta una stella a sei punte con la scritta “No Green Pass”. Nel mirino degli organizzatori “la discriminazione operata dalle misure anti-contagio e la segregazione a cui sarebbe costretto chi è contrario alla vaccinazione”. E nell’azzardata similitudine con la persecuzione del popolo ebraico, sono stati letti brani di Primo Levi e Anna Frank.

Sesto Fiorentino: cartello No Vax sul monumento al partigiano nella Giornata della memoria

Sul monumento del Partigiano di Sesto Fiorentino, in provincia di Firenze, è apparso invece per qualche ora un cartello con una frase che paragona le leggi razziali alle norme anti Covid. “Paragoni vergognosi, impropri e inaccettabili” per il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani. Il sindaco, Lorenzo Falchi, ha condannato il gesto con un post su Facebook esprimendo “l’amarezza, lo sconforto e la rabbia nel leggere certi idioti vaneggiamenti nel Giorno della Memoria”. “Come si può solo lontanamente pensare ad un parallelo tra le leggi razziali e le attuali norme per fronteggiare la pandemia e cercare di salvare vite umane? – prosegue il sindaco – La memoria della Shoah e della persecuzione contro ebrei, rom, omosessuali, prigionieri politici non deve essere abbandonata e non può essere travisata. Questo brutto episodio – conclude – sarà uno stimolo in più per continuare nel nostro lavoro di promozione della memoria”.

Nei centri di Feltre e Belluno un altro accostamento provocatorio: manifesti con una stella gialla a sei punte sopra e un QR code più sotto e in mezzo la frase: “Perché non sia accaduto invano. Non dobbiamo essere ipocriti. Oggi le discriminazioni sono più attuali che mai”. A fianco le date: 27 gennaio 1945 – 27 gennaio 2022. Un parallelismo che sa tanto di provocazione, nella giornata in cui tutta l’Italia celebra la Giornata della Memoria, per non dimenticare le vittime dell’Olocausto.

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“Strumentalizzare la memoria di un martirio epocale che si perpetrò nei lager per protestare contro un vaccino, peraltro non obbligatorio, è una scelta molto triste”, commenta il presidente della Regione, Luca Zaia. “La libertà di espressione e di pensiero è intoccabile, perché siamo per fortuna in democrazia – aggiunge Zaia – ma ogni dissenso va espresso con civiltà, cosa che in questo episodio è assolutamente mancata”.

Molto dura anche la reazione del sindaco di Belluno, Jacopo Massaro: “Quello che è accaduto oggi, Giorno della Memoria, è intollerabile e inaccettabile: una città che ha conseguito la Medaglia d’oro per la lotta di Liberazione dell’Italia dall’occupazione nazista e dal regime fascista non può non indignarsi di fronte a quei volantini, distribuiti e affissi in città, che disprezzano e infangano il ricordo di chi per l’odio nazista e fascista è morto nei campi di concentramento e di tutti coloro che hanno sofferto per una vera, crudele e insensata persecuzione”.

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E pure esponenti politici sono caduti in paragoni antistorici: il parlamentare dei Cinque Stelle, Gabriele Lorenzoni, ha pubblicato su Instagram un’immagine del film ‘La Vita è Bella’ con la scritta “Vietato l’ingresso ai non vaccinati e ai cani”. Su Facebook Claudio Garbarino, esponente della Lega, ha paragonato la persecuzione nazista alle politiche sanitarie del governo. A Trieste il consigliere comunale 3V, Ugo Rossi, si è presentato all’ingresso del Monumento nazionale della Risiera di San Sabba senza certificazione verde, ha chiesto di entrare comunque per assistere alle celebrazioni della Giornata, poi ha esibito pure una “tessera fascista” e una “nazista”. Alexandre Meloni, rabbino capo della città, ha commentato: “Usare la Shoah per delle proteste, vestirsi da deportato, portare la stella gialla o inneggiare dicendo che siamo un Paese che vive lo stesso periodo del fascismo crea confusione e soprattutto crea un danno immenso. Perché le cose non sono più al loro posto”.

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