Djokovic torna in patria, la Francia lo avvisa: “Al Roland Garros solo i vaccinati”

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E’ ufficialmente finita l’odissea australiana di Novak Djokovic. Il tennista serbo è infatti sbarcato nella sua Belgrado, via Dubai, concludendo di fatto una polemica sportiva e politica di cui ha parlato tutto il mondo. I problemi legati al vaccino tuttavia non sono finiti, anzi costringeranno il numero uno del mondo a rivedere tutti i programmi del suo 2022.

Tanti tifosi ad accoglierlo

All’aeroporto di Belgrado Djokovic, oltre che da un massiccio schieramento di reporter e troupe di cineoperatori, è stato accolto da numerosi sostenitori che hanno scandito a lungo e a gran voce ‘Nole’, ‘Nole’, tra lo sventolio di bandiere tricolori della Serbia. Il campione, secondo Tanjug, ha tuttavia evitato di incrociare i media e i tifosi, lasciando l’aeroporto senza fare dichiarazioni. Gli inviati sul posto parlano di delusione dei fan che senza dubbio continueranno a esprimere il loro appoggio al numero uno del tennis mondiale, considerato in Serbia un autentico eroe nazionale. La mamma di Djokovic, Dijana, ha poi confermato che suo figlio non lascerà dichiarazioni.

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Roland Garros a rischio

Il calvario di Djokovic, come detto, rischia di essere soltanto iniziato. Questo perché il n.1 del mondo, se non si dovesse vaccinare, rischia di non poter partecipare a buona parte dei tornei stagionali. Tra questi anche il Roland Garros, lo storico Slam sulla terra rossa di Parigi che ha vinto due volte, l’ultima lo scorso anno. La nuova legge francese impone infatti a tutti gli atleti, professionisti o dilettanti, l’obbligo vaccinale. Senza non si entra. “Abbiamo deciso di adottare il pass vaccinale – ha tweettato il ministro dello sport Roxana Maracineanu – Da quando la legge entrerà in vigore sarà obbligatorio per gli spettatori e per i giocatori (sia francesi che stranieri) per poter entrare negli ERP (établissement recevant du public o luoghi preposti ad eventi pubblici, ndr) dove è già necessario un pass sanitario”. Vale anche per chi dovesse arrivare dall’estero per una qualsiasi competizione. Un nome a caso: Djokovic.

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Incognita Internazionali di Roma

Allo stato attuale delle cose dunque, sfumato ufficialmente l’Australian Open, Djokovic rischia di disertare anche il Roland Garros, lo Us Open e i Master 1000 in terra americana. A Wimbledon dovrebbe mettersi in quarantena per 10 giorni e fare un tampone il secondo e l’ottavo giorno del periodo di isolamento, non il massimo per un atleta. Resta poi l’incognita sugli Internazionali di Roma: il direttore del torneo, Stefano Palmieri, ha detto sugli sportivi che “se entrano in Italia in regola non abbiamo motivi per rifiutarli”. Roma dunque sarebbe salva.

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