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Donald Trump, 11 settembre da commentatore tv per il match di boxe Holyfield-Belfort

Da quel maledetto attentato alle Torri Gemelle di 20 anni fa, l’11 settembre è diventata una giornata solenne nel calendario degli Stati Uniti. Ma non per tutti allo stesso modo. L’ex presidente americano Donald Trump, infatti, non ha mai nascosto la sua insofferenza e mancanza di empatia per quella commemorazione, tanto che anche quest’anno, non si smentirà. Trump ha infatti firmato un contratto per commentare uno speciale in occasione del match di boxe in programma sabato in Florida tra Evander Holyfield e Vitor Belfort. Secondo la società Triller Fite il figlio, Donald Trump Jr, raggiungerà l’ex presidente all’Hard Rock Hotel & Casino.

“Amo i grandi pugili, non vedo l’ora di vederli”

“Amo i grandi pugili e i grandi combattimenti – ha detto l’ex presidente -. Non vedo l’ora di vederli questo sabato sera e di condividere i miei pensieri sul ring. Non vorrete perdere questo evento speciale”, ha aggiunto. Padre e figlio commenteranno il combattimento principale, cui fanno da contorno quattro incontri tra cui Anderson Silva-Tito Ortiz e David Haye-Joe Fournier. Holyfield, il 58enne ex campione dei pesi massimi, è stato chiamato in sostituzione di Oscar de la Hoya, positivo al Covid-19. Belfort, 44 anni, è un ex campione dei pesi massimi leggeri UFC. Trump ha ospitato molti incontri di boxe negli anni ’80 e ’90 nei suoi casinò di Atlantic City.

L’edificio più alto

Trump celebrò l’11 settembre l’anno scorso per l’ultima volta da presidente con un minuto di silenzio a bordo dell’Air Force One e con un discorso a Shanksville, in Pennsylvania, in onore di coloro che morirono sul volo 93 che si schiantò a terra durante il dirottamento. Ma l’11 settembre per Trump è sempre stata una commemorazione discutibile. Quella stessa mattina del 2001, intervistato telefonicamente, l’ex inquilino della Casa Bianca scivolò clamorosamente sulla classica buccia di banana sostenendo che da quel momento il suo palazzo, situato al numero 40 di Wall Street, sarebbe stato il più alto di Manhattan: “Prima del World Trade Center era il più alto – disse in quell’occasione -. Poi hanno costruito il World Trade Center, ed era conosciuto come il secondo edificio più alto, e ora è di nuovo il più alto”.

Propaganda fasulla

Una frase mai dimenticata dagli americani. Ma anche negli anni successivi Trump non ha mai perso occasione per sfruttare la tragedia delle Torri Gemelle a proprio vantaggio. Nel 2013, in un Tweet poi maldestramente cancellato dal web, ma non dalla sua timeline, scrisse: “Vorrei estendere i miei migliori auguri a tutti, haters e losers, in questo giorno speciale, l’11 settembre”. Due anni dopo, nel 2015, di fronte al Congresso difese l’uso edilizio dell’amianto sostenendo che se fosse stata utilizzata quella sostanza tossica, probabilmente le torri sarebbero ancora in piedi. In piena campagna elettorale, tra il 2015 e il 2016, poco prima di approvare il provvedimento sull’ingresso negli Stati Uniti da parte degli immigrati musulmani, sostenne di aver visto migliaia di persone festeggiare sui tetti del New Jersey il giorno dell’attentato, specificando che nel Jersey la popolazione musulmana fosse molto numerosa. Successivamente, attaccato più volte dai suoi oppositori politici sul suo rapporto con l’11 settembre, Trump sostenne anche di essere stato tra gli eroi di quel giorno e di aver estratto dalle macerie diverse persone.



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