Dopo la pandemia un 2021 di lusso: da Moncler a Cucinelli chi cavalca la ripresa

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MILANO – La prima ondata di risultati del lusso fotografa un calo a due cifre del fatturato 2020, e una buona tenuta della cassa delle aziende che sono corse ai ripari tagliando i costi e a una buona gestione di magazzino e  circolante. Ma il segnale più positivo è che il secondo semestre è andato meglio del primo, e in molti casi (tra cui Prada e Cucinelli) addirittura meglio dello stesso periodo 2019. Le aziende che a febbraio sono state travolte dalla Pandemia, a luglio erano pronte a soddisfare le esigenze di clienti che hanno cambiato gusti e bisogni, ma non la voglia di premiarsi.

Nel 2020 si sono venduti più gioielli, borse e scarpe (anche per non uscire) che vestiti da sera e giacche. Chi vendeva abbigliamento casual è stato favorito, le aziende dello sportswear – anche quelle di lusso- hanno registrato cali più contenuti come Cucinelli che ha perso un 10% dei ricavi mentre Zegna ha visto il fatturato calare da 1,321 miliardi a poco più di un miliardo. Oltre a un generale miglioramento del secondo semestre, alcuni mercati come la Cina (escluso Hong Kong), la Russia e il Medio oriente (con il Qatar e Dubai in cima alla lista), hanno registrato risultati eccezionali, anche a scapito di Europa e America. E questo perché chi prima viaggiava, e non ha potuto più farlo, è tornato a comprare in patria e online.

Tra ottobre e dicembre le esportazioni di orologi svizzeri è stata poco sotto il 2019, e in netto miglioramento rispetto al terzo trimestre 2020 (-8%). Nel mese di dicembre le vendite sono calate del 2,2%, con una crescita due cifre in Cina (+45 a dicembre dopo il +75% di novembre) che ha più che compensato il calo dell’Europa (-7% l’Italia, -13% la Germania, -18% Uk e -36% la Francia) e degli Usa (-2,4% di miglioramento dal -3% di novembre).
La divisione gioielli e orologi di Lvmh, colosso del lusso mondiale, nel quarto trimestre ha registrato un calo del 2% (-14% nel trimestre precedente) soprattutto grazie a Bulgari. La vendita degli orologi svizzeri è considerata dagli analisti del lusso come il barometro del clima sul settore: il tempo che dal brutto di giugno è diventato variabile in estate, è tornato normale a Natale e ora promette di crescere in vista del Capodanno cinese, dell’arrivo del vaccino e della primavera.

Cucinelli ha già detto che quest’anno le vendite saliranno del 15% e così facendo si supereranno i ricavi del 2019. Altri gruppi più in difficolta come Tod’s hanno (-30,4% a 637 milioni i ricavi 2020) dato messaggi positivi, chiedendo mezzo miliardo di liquidità, pronti a fare nuovi investimenti e a cogliere le opportunità che potrebbero crearsi con la crisi. Anche Zegna scommette che il 2021 sarà un anno di transizione e nel 2022 si tornerà a crescere. Prada non solo è fiduciosa, ma Patrizio Bertelli in settimana ha annunciato 100 milioni all’anno nei prossimi anni, per aumentare la produzione del Made in Italy. Moncler, che a dicembre ha investito 1,15 miliardi su Stone Island, è talmente fiduciosa da voler provare a crescere  anche per linee esterne. Per tutti questi motivi gli esperti di Bofa tornano positivi sul settore, che già negli ultimi mesi dell’anno è tornato a crescere, scommettendo sulla ripresa che verrà e su colossi come Lvmh, ma anche Cucinelli, Moncler, Prada Richemont e Burberry.

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