E’ Chicago, ma sembra Palinuro: quando la pizza annulla le distanze

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Vale sempre la pena raccontare una storia eccezionale. Una storia di vicinanze distanti, di triangolazioni con sei gradi di separazione da Chicago a Napoli passando per il Cilento e per amicizie storiche che rispuntano quando meno te l’aspetti, che non senti da una vita, ma che per vie incomprensibili riappaiono in momenti particolari della tua esistenza. Ma procediamo con ordine. Chicago, febbraio 2021, -18 gradi. Per scaldarsi un po’ prenoto da Spacca Napoli per provare una buona pizza napoletana di cui inizio a sentire la mancanza dopo cinque mesi nella Windy City, lontano da casa. Ambiente rustico ma curato, studio il menu e resto colpita dalla carta dei vini: tutti rigorosamente campani, ma non i classici Falanghina e Fiano, nicchie quali Biancolella, Lacryma Christi, Asprinio di Aversa, Coda di Volpe nonché etichette raffinate quali Montevetrano e Furore della Costiera amalfitana. Da salernitana so che si tratta di vini difficili da trovare anche in Campania e che scoprirò poi aver varcato per la prima volta il confine americano grazie a Spaccanapoli. 

Pizze tutte rigorosamente con ingredienti Docg campani: mozzarella e ricotta di bufala, pomodori Corbarino e Piennolo accanto al San Marzano, e non: parmigiano, pecorino gran cru, crema di pistacchio, salsiccia calabrese.

Mentre degusto una perfetta pizza napoletana oltreoceano, vedo aggirarsi per i tavoli quello che sembra essere il pizzaiolo; lo chiamo per complimentarmi per la pizza e la carta dei vini, iniziamo a parlare con Jonathan Goldsmith che risulta essere il titolare della pizzeria, origini russe, nato e cresciuto in America, appassionato di Italia e pizza napoletana. Scopro così che una delle migliori pizzerie napoletane in America non è gestita da un napoletano né tanto meno italiano, ma da un americano che ha imparato l’arte della pizza sul campo, venendo a scuola 2/3 volte l’anno dai migliori maestri pizzaioli napoletani quali Enzo Coccia, Franco Pepe, Michele, Starita, Di Matteo

Danila Alfano con Jonathan Goldsmith a Spaccanapoli, a Chicago. Alfano è vicedirettrice dell’agenzia ICE-Italian Trade Promotion Agency 

Ma il bello deve ancora arrivare: parlando di vini, Jonathan russo-americano mi fa: forse non conosci Palinuro… Io sono praticamente nata a Palinuro! Ci ho passato tutte le estati della mia vita, sarà sempre il mio insostituibile buon ritiro, piuttosto come conosci tu Palinuro? (Il Cilento è da sempre meta di tedeschi e francesi, mentre la Costiera amalfitana resta una colonia americana). Risposta: tramite un amico napoletano che ha casa li: Mimmo Mazzella. Stento a credere alle mie orecchie: uno dei miei amici storici che come me da sempre trascorre tutte le estati a Palinuro! Jonathan e Mimmo si sono conosciuti tramite Arthur Schwartz, autore americano di un libro abbastanza famoso “Naples at tables” , e organizzatore di corsi di cucina campana per americani in Italia. 

L’amicizia è immediatamente cementata dalla comune passione culinaria, Jonathan – che nel frattempo ha deciso di aprire una pizzeria a Chicago – trova in Mimmo un mentore nonché curatore di una carta dei vini unica. Ancora incredula, sorpresa e divertita dai non casi della vita, non mi resta che consigliarvi a Chicago una sosta da Spaccanapoli; ordinate pizza Enzo, un bicchiere di Furore e salutate Jonathan da parte mia e di Mimmo Mazzella, autore del libro “Le vie della pizza”. Guida gustosa e insolita, alla scoperta di pizzerie e monumenti del centro storico di Napoli.

P.s. Non vi fate sfuggire foto e quadri alle pareti, opere di Ginny, moglie di Jonathan. 

Il fascino dei grattacieli di Chicago 

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