È morto Alessandro D’Alatri, regista di ‘Senza pelle’ e ‘I bastardi di Pizzofalcone’

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È morto Alessandro D’Alatri, regista di molti film per il cinema come Senza pelle con Kim Rossi Stuart e  tanti successi televisivi come I bastardi di Pizzofalcone, Il commissario Ricciardi e Un professore. È morto oggi per malattia. Tra i primi a salutarlo sui social Alessandro Gassmann: “È partito per un altro viaggio il mio amico regista, sceneggiatore, ma soprattutto essere umano dolce, generoso, pieno di talento, uomo di cultura. Grazie per l’opportunità di averti conosciuto. A chi lo amava un abbraccio”.

Una carriera iniziata giovanissimo prima come attore, poi come regista pubblicitario, settore in cui si fa le ossa per cui quando nel 1991 fa il suo debutto sul grande schermo con il film Americano rosso vince subito il David di Donatello e il Ciak d’Oro come miglior film esordio. Con il secondo titolo presentato alla Quinzaine des Réalisateurs di Cannes Senza pelle con Kim Rossi Stuart e Anna Galiena conquista il pubblico internazionale e il David di Donatello per la miglior sceneggiatura. Negli anni ha realizzato nove film per il cinema, l’ultimo è stato The Startup, storia vera di un ventenne romano che ha inventato durante il liceo un social network basato sul merito per far trovare lavoro. Tendeva a lavorare con gli stessi attori, con Kim Rossi Stuart ha girato anche I giardini dell’Eden presentato alla Mostra di Venezia, mentre con Fabio Volo che ha fatto debuttare attore in Casomai è tornato con La febbre, affresco di vita di provincia immobile e lenta. Nel 2006 una commedia corale: Commediasexi con  Paolo Bonolis nei panni di un onorevole, Margherita Buy, Stefania Rocca, Elena Santarelli, Rocco Papaleo, Sergio Rubini e Michele Placido.

D’Alatri: “Racconto i giovani che resistono”

Negli ultimi anni si è dedicato molto alla fiction tv Rai firmando progetti di grandissimo successo come I bastardi di Pizzofalcone, Il Commissario Ricciardi e Il Professore. Qualche stagione fa parlando di Ricciardi aveva raccontato il privilegio di portare in tv le pagine di Maurizio de Giovanni e la città di Napoli: “Il rapporto tra la vita e la morte è celebrato ogni giorno, ovunque vedi ‘le capuzzelle’: i teschi li vediamo all’ingresso delle chiese, il napoletano vede il rapporto con la morte non solo con il dolore, ma per l’esorcizzarla. Napoli nella storia di Ricciardi ha un peso specifico che gli è stato dato da anni di storia”.

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