È morto Biagio Conte, addio al missionario laico amato da tutti

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È morto Biagio Conte. Ha lottato per mesi contro il cancro, continuando a lanciare anche nei giorni in cui si era aggravato messaggi di pace e di speranza. “Restiamo uniti per un mondo migliore, insieme possiamo farcela”, ha detto appena giovedì scorso durante la messa che dal giorno di Natale si è celebrata quotidianamente a mezzogiorno davanti alla stanza della sua agonia, nella sede della missione in via Decollati. Attorno al letto del missionario laico, sono rimasti fino all’ultimo istante i suoi “fratelli” storici, persone che hanno prestato il loro tempo e la loro professione al sogno di un mondo migliore che Conte ha portato avanti a Palermo per oltre trent’anni. Francesco Russo, il medico-volontario che l’ha accudito con amore nei giorni più duri insieme con Antonio Fulco, il biologo che con lui si prendeva cura dei malati.

Biagio Conte, il santo laico che lottava per gli ultimi: storia di una vita miracolosa

Don Pino Vitrano, primo fra tutti, che da quando l’ha conosciuto sotto i portici della stazione centrale nel 1992, ha scelto di camminare al suo fianco condividendo il progetto della missione. “Quello che lo lega alla gente è soprattutto la speranza”, ha ribadito più volte Vitrano nelle sue omelie di questi giorni. E poi decine e decine di figure storiche della missione, di benefattori, di indigenti, di gente in arrivo da tutta la Sicilia, dall’Italia e dal resto dell’Europa che in Conte hanno trovato un approdo per salvarsi dalla disperazione. C’è stata la coda in queste ultime settimane dietro la porta della sua stanza. Tutti ancora in attesa di quella parola che Conte, giorno dopo giorno, non riusciva più a dire. Felici, però, di poter dire una preghiera per lui, sperando fino all’ultimo che potesse salvarsi dalla malattia.

Il sindaco Lagalla: “La sua missione andrà avanti”

“La scomparsa di Biagio Conte lascia un vuoto incolmabile a Palermo. Anche nelle ultime ore più drammatiche tutta la città si è stretta attorno a fratel Biagio, a testimonianza del valore dell’eredità umana che oggi ci lascia e che non dobbiamo disperdere”, ha detto il sindaco Roberto Lagalla. “Resterà per me – ha aggiunto – indimenticabile l’ultimo incontro di pochi giorni fa con Biagio Conte, durante il quale mi ha raccomandato di non dimenticare mai i poveri. Di fatto, un’eredità lasciata alla città da custodire con senso di responsabilità. È con questo spirito che l’amministrazione e la nostra comunità devono stare vicini alla Missione Speranza e carità che continuerà a essere un punto di riferimento per Palermo anche se da oggi dovrà fare a meno del suo fondatore, della sua guida che resterà comunque fonte di ispirazione per tutti noi”.

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