Negli ultimi tre giorni numerosi video hanno documentato l’arrivo al fronte degli armamenti forniti a Kiev dai Paesi occidentali. Il contributo più importante sono i tank T-72M consegnati dalla Polonia, che hanno sostituito le perdite dei primi due mesi di guerra: sono stati lanciati sul fronte del Mar Nero, per contrattaccare i russi a Cherson. Poi si vedono i nuovi cannoni americani da 155 millimetri attivi nel Donbass, dove sono proprio i duelli tra artiglierie a decidere la sorte della battaglia. Lì sono stati schierati pure gli obici semoventi Dana e i lanciarazzi multipli ceduti dalla Repubblica Ceca: sistemi moderni, con una grande precisione di fuoco. Infine i cingolati olandesi per il trasporto truppe, versione aggiornata dei diffusi M113, che il comando di Kiev sta facendo affluire a Karkhiv. Questa è soltanto l’avanguardia degli equipaggiamenti che stanno giungendo in prima linea: una parte donata dai governi; il resto acquistato con i fondi concessi da Stati Uniti, Unione Europea e altre nazioni amiche. Un arsenale enorme, con il quale il ministro della Difesa ucraino Oleksii Reznikov vuole armare “un milione di cittadini” per affrontare “la nuova, lunga fase della guerra”.
di Gianluca Di Feo
Segui gli aggiornamenti dall’Ucraina
Iscriviti alla newsletter quotidiana
Go to Source