Ecofin, intesa per un nuovo capitolo del Recovery sull’energia. Ma è spaccatura sugli strumenti anti-inflazione

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MILANO – Via libera dell’Ecofin all’adozione della posizione del Consiglio sul RePower che riguarda la possibilità di modificare i Pnrr nazionali aggiungendo un capitolo energetico e chiedendo i prestiti da Next Generation Eu per dirottarli sugli investimenti in materia energetica. “L’obiettivo è rafforzare l’autonomia strategica dell’Unione diversificando le forniture energetiche e aumentando l’indipendenza e la sicurezza dell’approvvigionamento energetico dell’Unione”, fa sapere Bruxelles. “In termini pratici, la proposta mira ad aggiungere un nuovo capitolo RePowerUe ai piani nazionali di ripresa e resilienza degli Stati membri dell’Ue nell’ambito del Next Generation Ue, al fine di finanziare investimenti e riforme chiave che contribuiranno a raggiungere gli obiettivi” del piano energetico europeo.

Intesa sui capitoli energetici nei Pnrr

Nella sua posizione, il Consiglio modifica l’origine dei fondi per RepowerEU nonché la chiave di allocazione degli ulteriori 20 miliardi di euro proposti dalla Commissione europea. Per quanto riguarda le fonti di finanziamento degli ulteriori 20 miliardi di euro, invece della vendita all’asta di quote di emissione (Ets) dell’Ue, il Consiglio opta per una combinazione di fonti: il Fondo per l’innovazione (75%) e l’anticipo delle quote Ets (25%). L’obiettivo del Consiglio è di non interrompere il funzionamento del sistema Ets dell’Ue garantendo nel contempo un flusso di entrate credibile. Il Consiglio modifica poi la chiave di allocazione introducendo una formula che tenga conto della politica di coesione, della dipendenza degli Stati membri dai combustibili fossili e dell’aumento dei prezzi di investimento.

Nella sua posizione, il Consiglio limita l’obbligo per gli Stati membri di presentare il capitolo REPowerEU solo ai casi in cui desiderano richiedere finanziamenti aggiuntivi dei Recovery plan sotto forma di prestiti Rrf da Next Generation Eu, sostegno a fondo perduto da nuove entrate o risorse appena trasferite da risorse condivise, programmi di gestione e quindi non aggiornamenti al rialzo del contributo finanziario massimo. Inoltre, il Consiglio chiarisce che gli Stati membri potranno richiedere il sostegno del prestito fino al 31 agosto 2023.

Gentiloni lancia uno “Sure” per l’inflazione, Germania contraria

Se dall’Ecofin è emerso un accordo sulle modifiche ai Pnrr, dalle riunioni europee emerge una spaccatura sull’uso di strumenti pandemici per affrontare la crisi dell’inflazione. Il commissario agli affari economici, Paolo Gentiloni, ha lanciato l’idea dell’utilizzo di uno schema simile a quello di Sure, il programma lanciato durante la pandemia: “Quello che abbiamo fatto con Sure durante la pandemia era una proposta interessante” e quel modello “basato sui prestiti potrebbe essere realistico” ha detto al suo arrivo alla riunione dell’Ecofin, precisando che l’obiettivo “è aumentare la solidarietà per evitare la frammentazione, e non criticare questo o quello Stato”. “Se vogliamo evitare la frammentazione ci serve un alto livello di solidarietà e dobbiamo mettere in campo qualche altro strumento comune”, ha evidenziato.

Una posizione, condivisa con Thierry Breton (commissario al mercato interno) in un intervento pubblicato su diverse testate europee, sostenuta anche, a quanto si apprende da fonti del governo francese, dal ministro delle Finanze Bruno Le Maire che ha fatto appello ai suoi omologhi per “un piano di azione globale di lotta all’inflazione”, che avrebbe 5 “pilastri” tra i quali “l’abbassamento dei prezzi dell’energia con l’urgente necessità di disaccoppiare i prezzi dell’elettricità e del gas”, punto sul quale “si stanno studiando di verse strade” e “un dispositivo di solidarietà europeo, basato sul modello Sure, con i tassi più bassi possibili”.

Una idea che trova però già voci contrarie. “La questione” di una nuova emissione di debito comune sul modello del Sure “richiede altre discussioni perché ci sono punti di vista diversi attorno al tavolo”, ha detto il vicepresidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, al suo arrivo all’Ecofin. Il ministro delle Finanze tedesco, Christian Lindner, ha direttamente escluso la possibilità di adottare interventi simili a quelli visti in pandemia. “Dobbiamo fare progressi sugli  acquisti comuni di gas, dobbiamo cambiare la struttura del mercato elettrico, ma gli strumenti che sono stati utilizzati durante la pandemia non possono essere trasferiti uno a uno a uno” in un contesto di “shock dell’offerta e uno scenario di inflazione”, ha detto Lindner.

Lo stesso Lindner è tornato sul maxi piano di aiuti annunciato dalla Germania per contrastare il caro energia, che continua a tenere banco in sede europea, con i Paesi che temono che Berlino possa mettersi in una posizione di eccessivo vantaggio competititvo rispetto agli altri. Dopo i richiami arrivati ieri da esponenti della Commissione, oggi Lindner ha provato a chiarire la posizione tedesca: “Ho avuto l’opportunità ieri di spiegare alla Commissione e ai colleghi il nostro scudo protettivo, c’è stato un malinteso: la nostra misura è mirata ed è pensata per il 2022, 2023 e 2024”, ha detto al suo arrivo all’Ecofin, ribadendo che il pacchetto di aiuti varato da Berlino “è proporzionato, se si considerano le dimensioni e la vulnerabilità dell’economia tedesca”. “Per questo – ha aggiunto – insieme dobbiamo impegnarci per rafforzare i nostri acquisti comuni di energia sul mercato internazionale e riformare il nostro mercato elettrico”.

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