Elezioni comunali a Torino, Conte rilancia l’alleanza Pd-5Stelle: “Stiamo trasformando la città”

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L’ex presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, rilancia l’alleanza tra Pd e 5 Stelle anche a Torino. Nonostante nel centrosinistra sia già partita la raccolta firme per le primarie, e sia stata addirittura individuata una data per la scelta del candidato sindaco, il nuovo leader del Movimento 5stelle ha annunciato che la partita per un’alleanza giallorossa alle prossime amministrative non è ancora chiusa.

“Nell’interesse di questo progetto di rinnovamento del territorio, chiederò un confronto con tutte le anime che hanno dato il loro contributo nell’esperienza del governo Conte II, e dall’esito di tale confronto dipenderanno anche le scelte sui territori” ha spiegato durante l’incontro virtuale con i rappresentanti del Movimento 5 Stelle di tutti i livelli territoriali, sul percorso verso le elezioni amministrative che si svolgeranno il prossimo autunno a Torino. Alla riunione hanno partecipato anche il reggente Vito Crimi, la sindaca Chiara Appendino e la viceministra Laura Castelli, oltre a parlamentari, consiglieri regionali e comunali.

Insomma l’ex premier ha ribadito ancora una volta che è necessario aspettare prima di dire chi sarà il candidato sindaco dei 5 Stelle perché ci sarebbero ancora i margini per arrivare a una scelta unitaria: “Torino è tra le principali città che andranno al voto alle prossime Amministrative di ottobre, qui il Movimento 5 Stelle ha amministrato 5 anni con risultati che sono sotto gli occhi di tutti – ha aggiunto – L’impegno politico e amministrativo locale è stato in piena sinergia con il governo Conte 2, che attraverso provvedimenti concreti ha iniettato risorse su Torino che hanno già avviato un profondo processo di trasformazione, che vedrà il suo pieno compimento nei prossimi anni. Pensiamo ai fondi per il Metrò 2 (800 milioni di euro già stanziati), al centro nazionale per l’Intelligenza artificiale, al riconoscimento come area di crisi complessa, ai 20 milioni per il polo dell’automotive, alla legge sul debito, solo per fare degli esempi”.

Sempre secondo Giuseppe Conte: “È da questa solida base che dobbiamo partire per consolidare e rilanciare quanto fatto sin qui, nel solco di un’azione politico-amministrativa che, a quanto riportano recenti sondaggi, trova consenso tra i cittadini” ha spiegato, riferendosi ai sondaggi di opinione di autorevoli istituti che sono stati pubblicati nelle ultime settimane.

Il confronto sarà dunque con il Pd e con tutto il centrosinistra, ma se non dovessero arrivare a un accordo allora i grillini potrebbero schierare una figura nazionale o un civico anche a Torino: “Il Movimento 5 Stelle dovrà essere protagonista e il suo ruolo non sarà in alcun modo remissivo rispetto a temi e idee. Qualora emergessero chiusure di parte, in particolare da parte del Partito democratico, che negassero questa prospettiva – anche nel contesto di una convergenza sui temi – il Movimento 5 Stelle metterà in campo le migliori risorse possibili, secondo tre possibilità: un’assoluta continuità con l’amministrazione attuale, una personalità di spicco nazionale o, ancora, una figura di eccellenza individuata nella società civile, tra le tante realtà che in questi anni hanno dato il loro contributo”.

Sull’utilizzo del simbolo, Conte ha assicurato: “Il simbolo è e rimane del Movimento 5 Stelle. Sicché le liste che rappresentano il Movimento 5 Stelle possono continuare a utilizzare il simbolo per tutte le loro attività”. Infine, dopo aver ascoltato gli altri interventi, per ciò che riguarda la gestione locale, il Presidente Conte ha sottolineato come “il Movimento 5 Stelle sia in fase di profondo cambiamento, innanzitutto a livello nazionale. Da questo processo costituente, ora in fase finale, ci aspettiamo che grandi energie ed entusiasmo si sprigionino anche a livello locale. In ogni caso qualsiasi scelta locale dovrà essere fatta insieme perché non è pensabile che una forza politica di respiro nazionale possa poi affidarsi a una gestione esclusivamente atomistica e parcellizzata delle realtà locali, perdendo completamente di vista il senso di un disegno politico unitario e complessivo”.

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