Eli Lilly: “I nostri anticorpi monoclonali riducono la mortalità e i ricoveri del 70%”

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La casa farmaceutica americana Eli Lilly ha appena pubblicato un comunicato con i risultati della sperimentazione dei suoi anticorpi monoclonali, che si chiamano bamlanivimab e etesevimab. Il risultato è stato buono: la mortalità fra i contagiati si è ridotta del 70%. Mentre il vaccino serve a stimolare l’organismo a produrre i propri anticorpi, gli anticorpi monoclonali sono “truppe” artificiali pronte all’uso, da somministrare endovena non appena si ha notizia del contagio. Diventano inutili se si superano i dieci giorni dalla comparsa dei sintomi, fa sapere la casa farmaceutica americana. A quel punto infatti i problemi più gravi non sono scatenati direttamente dal virus, ma dalla tempesta di citochine: una risposta esagerata e scoordinata del nostro sistema immunitario.

Gli anticorpi monoclonali sono i farmaci somministrati al presidente americano Donald Trump quando, a ottobre, si ammalò di Covid (in quel caso erano stati prodotti da un’altra casa farmaceutica, Regeneron). Negli Stati Uniti vengono già usati in regime d’emergenza, anche se le quantità limitate a disposizione degli ospedali (la procedura di produzione è lenta e laboriosa), il costo (tra mille e 3mila dollari) e la necessità di somministrarli in fase precoce hanno frenato la loro diffusione.

Nei giorni scorsi anche la Germania li ha introdotti in via sperimentale. Berlino il 26 gennaio ha annunciato l’acquisto di 200mila dosi per 400 milioni di euro, pari a 2mila euro a dose. L’approvvigionamento avverrà sia con Eli Lilly che con Regeneron. L’Aifa, l’Agenzia italiana, ha dato il via libera alla possibilità di fare sperimentazioni anche nel nostro paese. L’Ema, l’Agenzia regolatoria europea, ha invece sempre frenato in attesa dei risultati della fase tre. La presentazione dei dati positivi oggi dovrebbe aprire la strada all’uso degli anticorpi monoclonali in tutta Europa.

Eli Lilly ha fornito alcuni dettagli sui risultati, spiegando che per “eventi” si intendono ricoveri e decessi insieme, senza distinzioni: “In 1.035 pazienti, ci sono stati 11 eventi (2,1%) nei pazienti che assumevano la terapia e 36 eventi (7,0%) nei pazienti che assumevano placebo, che rappresentano una riduzione del rischio del 70%. Ci sono stati 10 decessi in totale, tutti verificatisi in pazienti che assumevano placebo, e nessun decesso nei pazienti che assumevano bamlanivimab ed etesevimab insieme”.

I rischi che le varianti del coronavirus mettano fuori gioco un vaccino sono tutto sommato limitati. Il problema invece è più concreto per gli anticorpi monoclonali. Mentre infatti i vaccini stimolano la produzione di anticorpi diretti contro l’intera spike (la punta della corona del coronavirus), i monoclonali si legano alla spike in un suo punto ben preciso. Se proprio in quel punto avviene la mutazione, l’anticorpo si ritrova spiazzato. Gli anticorpi che entrano in uso in questo momento sono stati prodotti copiando gli anticorpi naturali generati dai primi pazienti, che si erano infettati con la variante iniziale del coronavirus, quella di Wuhan.

Per ora, comunque, i rischi di fallimento sono solo teorici. Anzi, uno studio reso pubblico il 25 gennaio ha dimostrato che bamlanivimab (uno dei due anticorpi di Eli Lilly) può essere usato anche per prevenire il Covid. Somministrato in un test al personale e ai pazienti di alcune Rsa, ha ridotto i contagi dell’80%. Essendo anticorpi pronti all’uso, i monoclonali circolano nel sangue e hanno la capacità di intervenire subito al momento del contagio per bloccare il virus al suo ingresso. La loro durata però è di pochi mesi, a differenza del vaccino che dovrebbe conferire un’immunità stimata in uno o due anni.

Anche l’Italia sta producendo un suo anticorpo monoclonale, molto potente. Lo ha messo a punto il gruppo di Rino Rappuoli con la fondazione Toscana Life Sciences, che ha sede a Siena. “Il farmaco è infialato e pronto per le prove cliniche che inizieranno tra qualche giorno e, con leggerissimo ritardo, dovrebbe essere a disposizione delle persone verso a aprile-maggio” ha detto Rappuoli. Le prove in laboratorio hanno dimostrato che è efficace anche contro le varianti del coronavirus attualmente in circolazione.

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