Emilia Romagna, due miliardi di lavori urgenti: Figliuolo prepara la ricostruzione

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L’Emilia-Romagna aspetta il commissario per l’alluvione Francesco Paolo Figliuolo, già sul campo la prossima settimana e il governatore Stefano Bonaccini si dice pronto a “lavorare da subito insieme”. “Lo abbiamo già fatto durante la pandemia”, sottolinea Bonaccini, “quando la destra lo attaccava per la campagna vaccinale, mentre adesso Fratelli d’Italia e Lega lo elogiano”.

Ma il generale degli alpini scelto dal governo per gestire il post-alluvione, che martedì ha subito telefonato a Bonaccini, aspetta il decreto di nomina ufficiale. Non solo per una questione formale: in quell’atto, che deve ricevere la “bollinatura” ed essere firmato dal Capo dello Stato, ci sarà un dettaglio dirimente. Se Figliuolo potrà mantenere l’attuale incarico di comandante del Covi (Comando operativo vertice interforze), insieme a quello di commissario, avrà a disposizione “uomini e mezzi” dell’esercito fin da subito e come ha fatto nel caso dei vaccini, potrà selezionare velocemente il suo staff e gli basterà una telefonata per avere una squadra pronta.

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Anche perché fin da subito si è messo al lavoro su questo, forte anche dell’esperienza di collaborazione maturata durante la campagna vaccinale. Diversamente, i tempi per allestire ex novo una struttura sono molto più lunghi, si parla di mesi. Il Covi ha già nelle sue disponibilità una serie di risorse, nel frangente di una ricostruzione che si annuncia complessa.

La prova da affrontare è molto seria: come ha detto ieri la segretaria del Pd, Elly Schlein, “il commissario si giudicherà dal lavoro che farà”. La nomina è arrivata dopo settimane di attese e polemiche. “È una scelta sbagliata non aver voluto tenere conto della filiera istituzionale che ha sempre lavorato bene anche dopo il terremoto”, ha detto Schlein, “tutte le nostre amministrazioni hanno dato la disponibilità a lavorare ma segnalo che abbiamo aspettato 50 giorni e sui ristori il governo non ha mosso un dito”.

Cittadini e imprese della Romagna non possono più aspettare: i lavori più urgenti sono quantificati in 1,93 miliardi di euro, mentre in totale si parla di 9 miliardi di danni. Gli sfollati sono ancora centinaia e servono 10,6 milioni per l’assistenza alla popolazione, mentre la messa in sicurezza dei corsi d’acqua, essenziale prima dell’autunno, richiede subito 422 milioni. Per le strade sono urgenti 1,13 miliardi e 368 milioni per altre tipologie d’intervento.

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Per avere un’idea della mole del lavoro che c’è da fare, basti pensare che l’alluvione ha prodotto 150 mila tonnellate di rifiuti e solo per rimuoverli sono serviti 70 milioni.

“A Figliuolo ho detto che non c’è davvero un minuto da perdere”, spiega Bonaccini, “già all’inizio della prossima settimana sarà in Emilia-Romagna per un sopralluogo nelle aree colpite e per incontrare sindaci e parti sociali”. Lo ha detto ieri anche il segretario della Cgil, Maurizio Landini, da Forlì: “Le risorse stanziate finora sono insufficienti, il governo si è impegnato a rimborsare tutti al 100%”. Adesso l’assillo di Bonaccini, di tutti i sindaci e anche dei cittadini è uno solo: avere presto risorse. “I nodi da sciogliere per far ripartire la ricostruzione sono due”, spiega il governatore, “risorse e tempistiche, su cui ci aspettiamo risposte rapide e certe. Servono circa 2 miliardi subito”. In tutto finora sono arrivati alla Regione 30 milioni, tra l’altro relativi alla prima ondata di pioggia del 2 maggio, mentre cittadini e imprese aspettano i ristori.

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In questa nuova fase, Bonaccini archivia le polemiche, che l’avevano portato più volte a chiedere a Meloni di applicare il “modello terremoto” per la ricostruzione e si prepara alla collaborazione. “Io ho lavorato h24 per un anno con Figliuolo durante la pandemia, ci sentivamo più volte al giorno”, spiega. “La destra lo attaccava per i vaccini e le restrizioni. Curiosamente oggi gli fanno i complimenti per la nomina…”.

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