Energia e clima, l’Italia non deve perdere questa occasione per guidare il mondo

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Decarbonizzare tutta questa energia entro il 2050 è un’impresa gigantesca per le nostre economie e le nostre società, che va ben oltre il semplice annuncio di obiettivi a lungo termine. Quest’anno sarà decisivo per il nostro futuro climatico ed energetico. Malgrado le difficoltà con le quali dobbiamo tuttora confrontarci, dalla pandemia alla crisi economica, ci sono tre ragioni principali per le quali essere più ottimisti riguardo la nostra capacità di perseguire i nostri comuni obiettivi. Prima di tutto, c’è un nuovo slancio politico. Molte delle economie e delle aziende più grandi del pianeta hanno annunciato di ambire ad azzerare le loro emissioni entro la metà di questo secolo o poco dopo. Se la nuova Amministrazione Usa entrasse a far parte del club, i Paesi che aspirano a raggiungere le zero emissioni rappresenterebbero ben più del 60% delle emissioni globali di CO2 prodotte dall’energia consumata.

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In secondo luogo, il 2021 vedrà l’implementazione di piani di stimolo economico più consistenti della storia. Questi massicci piani di spesa determineranno le infrastrutture del pianeta per i decenni a venire, con conseguenze di primaria importanza per i nostri sistemi energetici e le emissioni associate.

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Terzo, quest’anno a Glasgow, in Scozia, si svolgerà un vertice cruciale: i leader di tutto il mondo si daranno appuntamento a novembre alla Cop26 per determinare il climate pathway da seguire. Rispettare gli obiettivi degli Accordi di Parigi – soprattutto l’obiettivo estremamente ambizioso di mettere le emissioni globali del pianeta in linea con un aumento della temperatura limitato a 1,5 gradi – imporrà una trasformazione delle nostre infrastrutture energetiche che è senza precedenti. Tale trasformazione avrà ripercussioni enormi per tutti: governi, investitori, aziende e cittadini. Tutto ciò sottolinea l’importanza fondamentale di una maggiore cooperazione internazionale che coinvolga tutti gli attori principali, comprese le economie emergenti e in via di sviluppo.  

EDITORIALE

Il diritto di respirare

Sullo sfondo di tutto ciò, l’Italia ha la grande occasione di guidare il mondo nella direzione giusta. Oltre al suo ruolo nella Cop26 insieme al Regno Unito, la presidenza dell’Italia del G20 del 2021 arriva in un momento quanto mai importante.

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Per la sua presidenza del G20, il governo italiano ha messo in primo piano  “i popoli, il pianeta e la prosperità”, fissando un’agenda per interventi concertati che spingano al rialzo la ripresa economica dalla pandemia e che coniughino crescita del Pil, creazione di nuovi posti di lavoro e riduzione delle emissioni. L’Italia ha le capacità diplomatiche, esperienza politica e coscienza ambientale all’altezza di un compito così essenziale. Tramite le sue aziende energetiche di livello mondiale, occupa anche una posizione leader in un’ampia gamma di ambiti tecnologici di critica importanza.

L’AIE, Agenzia internazionale per l’Energia, è l’autorità energetica globale e sosterrà la presidenza dell’Italia del G20 per contribuire al raggiungimento dei risultati prefissati. A maggio sarà pubblicata la prima roadmap completa per l’intero settore energetico globale da seguire per arrivare a zero emissioni entro il 2050. Il documento conterrà analisi dettagliate di quello che deve essere attuato nell’economia globale per riprendersi dalla crisi del Covid-19 e mettere le emissioni di CO2 in linea con un aumento delle temperature di 1,5 gradi. Questa roadmap con obiettivo zero emissioni è importantissima prima della conferenza sul cambiamento climatico della Cop26, quando i vari Paesi delineeranno i loro piani più aggiornati per tagliare le emissioni.

Passare dall’obiettivo di zero emissioni ad una concreta  riduzione impone un maggiore impegno internazionale per spingere l’innovazione. Impone anche un approccio più coordinato volto a sostenere le economie emergenti e in via di sviluppo per garantire loro un accesso tempestivo alle conoscenze, i finanziamenti e le tecnologie di cui hanno bisogno per un futuro energetico pulito. Impone anche di lavorare tutti insieme per affrontare e risolvere le sfide per la sicurezza che queste nuove tecnologie porteranno, così come forniture sufficienti di minerali indispensabili.

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La crisi pandemica è stata un brusco avvertimento: le nostre sfide più grandi non rispettano le frontiere nazionali. Tra queste vi è sicuramente il cambiamento climatico. Nessun Paese è un’isola dal punto di vista energetico e nessun Paese è immune al cambiamento climatico.  In collaborazione con i Paesi membri, l’AIE è decisa a mettersi a capo di questa impresa.

Prima di tutto garantendo che la comunità internazionale raggiunga una comprensione chiara di come la transizione all’energia pulita può aver luogo rapidamente, in modo sicuro e con successo in tutto il pianeta. In secondo luogo, aiutando i governi a formulare e implementare le prassi migliori per perseguire le loro ambizioni energetiche e climatiche, assicurando al contempo vantaggi economici e sociali. In terzo luogo, monitorare i progressi che i Paesi stanno facendo nelle loro politiche, nei loro investimenti e in altri parametri di fondamentale importanza. Il nostro sistema internazionale sarà come sceglieremo che sia. Il nostro destino è nelle nostre mani.

(Traduzione di Anna Bissanti)

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