Energia: “Nell’ultimo anno 4 milioni gli italiani truffati, danno da 1,2 miliardi”

Pubblicità
Pubblicità

Quattro milioni di italiani hanno subito una truffa o un tentativo di truffa nel corso dell’ultimo anno. La situazione sta peggiorando perché, rispetto all’anno precedente, il numero delle vittime è cresciuto del 28%, con un danno stimato di 1,2 miliardi di euro. La ricerca è di mUp Research e Norstat ed è stata commissionata da Facile.it, che insieme all’associazione Consumerismo No profit ha lanciato una campagna proprio per arginare il fenomeno, dal nome piuttosto eloquente: “Stop alle truffe”. È stato creato un sito web con pillole video, domande e risposte e un podcast per aiutare i consumatori a riconoscere i tentativi di frode e a rimediare, se il tentativo è andato a buon fine.

Sono anni che Antitrust continua a sanzionare piccole e grandi aziende per aver “imbarcato” clienti in modo illecito. Ma l’aumento delle truffe non stupisce: nel gennaio 2024 terminerà il mercato tutelato dell’energia, sia per la luce che per il gas. Significa che di qui a sette mesi, milioni di italiani dovranno trovarsi un operatore sul mercato libero. 

Praterie per piccole e grandi società di energia, che stanno sgomitando per accaparrarsi questa fetta di utenti. In questa battaglia c’è chi pensa che ogni metodo sia lecito e prova a portarsi a casa clienti con l’inganno. Spesso infatti i consumatori vengono spaventati da scenari apocalittici (“Se non cambia in tempo potrebbe restare senza luce”) quando, nel peggiore dei casi, chi non sceglie operatore di mercato libero finisce nel regime a tutele graduali di Arera. 

Secondo l’indagine appena presentata sono due i metodi più utilizzati: il telefono e il porta a porta. Il finto call center è in assoluto la strategia più utilizzata (il 53% dei casi contro il 44% di un anno fa). Ma non solo: l’amo può essere lanciato anche attraverso e-mail e falsi siti web, che sono in aumento del 90% sullo scorso anno.

Non ci sono zone franche, anche se la più colpita – rivela Facile.it – è il nord-ovest con l’11,6% del totale. Uno degli aspetti più preoccupanti dell’indagine è il fatto che nella maggior parte dei casi (il 58%) chi viene truffato non denuncia l’accaduto. Il motivo? Il 35% delle volte perché il danno economico era contenuto, nel 25% perché era certo che non avrebbe recuperato quanto perso. C’è poi un 19% che tace perché “si sentiva ingenuo a esserci cascato” e un 10% che “non voleva che i familiari lo scoprissero”. Ma non c’è da vergognarsi: l’indagine conferma quello che moltissimi consumatori toccano con mano, cioè che le truffe sono in aumento. Non a caso esiste da anni la procedura di ripristino, che si applica proprio in caso di attivazioni non volute: bisogna fare reclamo al nuovo gestore e chiedere di essere trasferiti a quello precedente. Se il reclamo non è fondato è possibile rivolgersi allo Sportello per il consumatore di Arera. Bisogna anche ricordare che non tutte le società aderiscono a questa procedura, che è su base volontaria.

Pubblicità

Pubblicità

Go to Source

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *