Enrico Letta prima uscita per le elezioni: “Se perdo ne trarrò le conseguenze, ma non esserci sarebbe una diserzione”

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“Faccio questa battaglia con grande determinazione, sono convinto che potremo vincere ma sono abituato ad essere di parola, se perdo ne trarrò le conseguenze: esistono i sì e i no, l’ho già fatto una volta”. Così il segretario del Pd Enrico Letta a Montalcino nel corso del suo primo incontro da candidato in vista delle elezioni suppletive nel collegio di Siena rispondendo a chi gli chiedeva quali conseguenze ci sarebbero state in caso di sconfitta per la segreteria nazionale. Che ha poi aggiunto: “Se avessi detto di no sarebbe stata una diserzione”.

E’ poi entrato nel vivo della campagna attraccando gli avversari: ” “E’ un tale privilegio rappresentare o tentare di rappresentare questa terra, il senese e l’aretino” dove ci sono “bellezze ovunque. C’è la voglia rendere il Pd più forte, il centrosinistra più forte, la voglia di battere la destra che in Toscana ha preso troppo piede”.

Democrazia malata

“In questa campagna elettorale farò un discorso di verità. La nostra democrazia – ha proseguito Letta – è malata. Come possiamo raccontare questo paese agli altri? Non ci vergogniamo che questo Paese abbia una democrazia come la nostra dove in tre anni abbiamo avuto tre governi con tre maggioranze diverse?”.Una situazione nella quale dobbiamo mettere le mani”.

Il Monte dei Paschi

Sulla banca simbolo di Siena il segretario del Pd ha detto: “E’ un tema importantissimo, del quale mi occuperò come già sto facendo oggi da segretario del Pd. Credo che sia una risorsa fondamentale di questo territorio e dell’intera Toscana, che sicuramente va salvaguardata. C’è un passato molto faticoso e pieno di criticità, noi dobbiamo guardare al futuro e far sì che sia il migliore possibile”.

A scuola in presenza

“Sono rimasto senza parole – ha aggiunto – quando ieri ho visto i dati della formazione, dobbiamo prenderci un impegno: il prossimo anno i ragazzi a scuola. Può capitare un anno ma non due, rischiamo di distruggere una generazione. Vorrei che tutti noi pensassimo cosa ha significato per i nostri diciottenni essere rimasti chiusi facendo uno sforzo per le generazioni più anziane e salvando migliaia di vite umane pagando con il loro futuro”

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