L’esercizio provvisorio del bilancio, lo spettro che si aggira tra le stanze del governo italiano e quelle di Bruxelles, trova il suo primo riferimento addirittura nella Costituzione. Lì, all’articolo 81, si specifica che “le Camere ogni anno approvano con legge il bilancio e il rendiconto consuntivo presentati dal Governo”. Se il bilancio non viene approvato entro il 31 dicembre, però, si passa all’esercizio provvisorio. E ancora la Costituzione dice come: “L’esercizio provvisorio del bilancio non può essere concesso se non per legge e per periodi non superiori complessivamente a quattro mesi”.
Tempi stretti per la Manovra
La rapida successione del calendario per la definizione del bilancio dello Stato e dei documenti europei si intreccia pericolosamente con la scadenza elettorale e i tempi di formazione del nuovo governo. Il 27 settembre andrebbe consegnata la Nota di aggiornamento al Def, il 15 ottobre il Documento programmatico di Bilancio e il 20 ottobre il governo dovrebbe presentare al Parlamento la sua Manovra, da approvare entro fine anno. Se qualche tessera del puzzle non andasse a posto, potrebbe scattare appunto l’esercizio provvisorio.
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Spese bloccate
Questa straordinaria forma di gestione delle finanze pubbliche è una misura estrema, che comunque è scattata ben 33 volte in Italia (con 9 proroghe). Cosa accade durante l’esercizio provvisorio? Il governo si limita a una amministrazione ordinaria, e per farlo ha a disposizione risorse limitate. Si prende la spesa pubblica prevista nel progetto di bilancio e la si divide per dodici, quindi si può utilizzare ogni mese un dodicesimo dell’importo complessivo. La legge di autorizzazione mette dunque a disposizione quattro dodicesimi della spesa complessiva disponibile. Ci sono alcune poste (come il pagamento degli stipendi pubblici) che non rientrano nel calcolo.
Rischi e precedenti
Come visto, l’Italia si è trovata più volte in questa circostanza. Ma il grosso delle gestioni provvisorie si è registrato agli albori della Repubblica, finché alla fine degli anni Sessanta il governo Rumor ha approvato il bilancio per tempo. L’ultimo ricorso risale al 1988, poi non è più scattato. Oltre all’impasse gestionale e all’impossibilità di poter mettere in campo misure straordinarie, l’esercizio provvisorio è visto come uno spauracchio per i mercati.
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