Estate, pericolo forasacchi: come difendere il nostro cane

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Una corsa in un prato la sera, appena arriva il fresco, o una passeggiata lungo il sentiero di un parco per farli divertire un po’. Questo aspettano i cani al termine di una giornata lunga e calda. Ed è un piacere accontentarli, ma bisogna farlo con qualche accortezza perché in estate ci si trova a combattere contro un nemico subdolo e infestante: il forasacco.

“Da maggio a settembre ogni giorno togliamo forasacchi, soprattutto dal naso e dalle orecchie – spiegano dal Pronto soccorso dell’Ospedale veterinario dell’Università di Parma – poi in inverno saltano fuori tutti quei casi in cui i forasacchi sono riusciti a migrare e hanno provocato degli ascessi”. Un pericolo da conoscere meglio.

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Cosa sono i forasacchi

Sono i semi delle graminacee selvatiche che crescono nei campi, nei giardini, ma anche ai bordi delle strade. Queste spighe quando sono secche si staccano dallo stelo e diventano un pericolo per i nostri animali, soprattutto da aprile a ottobre. La loro conformazione appuntita, a freccia, è rivestita da una parte acuminata fatta apposta per consentire l’ingresso nel terreno per poi germogliare. Il problema è che la facilità con cui il forasacco entra nella terra è simile a quella con cui penetra nel corpo dei nostri animali, dal pelo fin dentro la cute. E l’arista della graminacea una volta entrata, data la sua conformazione, non torna più indietro.

Perché sono pericolosi

La forma, le propaggini ad uncino e l’apertura ad ombrello, consentono ai forasacchi di impigliarsi sul pelo dell’animale e di proseguire in un’unica direzione finendo a contatto con la cute, penetrandola. Una volta all’interno, continuano il loro viaggio provocando infezioni e ascessi anche gravi.

Sottocute

I posti più frequenti in cui il forasacco penetra sono gli spazi interdigitali, nella parte superiore dei polpastrelli, sulle cosce e sotto la pancia, ma anche attorno alle zone genitali, quando si siedono, e possono arrivare nel prepuzio e nella vagina. In realtà qualsiasi posto è buono, quindi al ritorno dalla passeggiata o dal parco è bene dare un’occhiata approfondita al nostro pet, accompagnata da una spazzolata.

A volte si riesce a scorgere un pezzettino di spiga, se è fuori per metà si può provare ad estrarla afferrandola con una pinzetta e tirandola delicatamente fuori. È necessario però che esca tutta, perché se rimane una parte dentro continua la sua strada. Se invece si nota un rigonfiamento, se il cane si lecca molto e manifesta dolore, vuol dire che è già entrata e serve l’intervento di un veterinario.

Nelle orecchie

Non è difficile che i forasacchi arrivino direttamente nell’orecchio del nostro amico a quattro zampe. I sintomi sono: continuo scuotimento della testa, tentativi di grattarsi per togliere l’intruso, la testa inclinata dalla parte dolente. In genere si rimuovono con facilità senza grandi danni, a meno che non rimangano lì per settimane, portando batteri e causando otiti purulente che possono dare problemi a livello del timpano.

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Nel naso

Il cane corre, salta, si diverte nell’erba, abbaia, poi lo scenario cambia improvvisamente: si ferma e comincia a sternutire con violenza, ripetutamente. Il motivo? Un forasacco è penetrato nel naso durante l’inspirazione. Una delle narici potrebbe sanguinare ed è importante osservare quale per indicarla al veterinario, evitando al cane una doppia “ispezione”.

“Negli animali di taglia grande si riesce ad agire con l’otoscopio, per quelli più piccoli, sotto i 5 chili, ci vuole l’endoscopio e una sedazione più profonda. In genere però si bloccano nel naso e non danno problemi alle vie respiratorie”, spiegano all’Ospedale veterinario. La spighetta va necessariamente estratta per non provocare riniti e altro, a volte viene ingerita e i succhi gastrici risolvono il problema, in casi rari però finisce nei polmoni. E lì la situazione è più complessa.

Aspirato con la bocca

Il pericolo maggiore è quando i cani corrono a bocca aperta, il forasacco viene aspirato dal cavo orale e, attraverso la trachea, finisce in un bronco, causando tosse forte con sanguinamento. Questo può creare infezioni e ascessi. Il corpo estraneo va estratto e si può fare con la broncoscopia in anestesia profonda. Il rischio è che, rimanendo il loco, possa bucare il tessuto polmonare e rendere più difficile l’estrazione, causando polmoniti anche mortali.

“La tosse cronica arriva dopo un po’ di tempo perché il forasacco migra – spiegano ancora dall’Ospedale veterinario – Allora si fa la Tac e alcune volte si vedono le fistole ma non si trova la spiga. In caso di ascessi bisogna intervenire con un curettage chirurgico. C’è capitato di toglierne anche vicino all’aorta. Se invece si individuano prima, a livello bronchi e polmonare, basta una broncoscopia e un intervento con l’endoscopio”.

Nel resto del corpo

Può capitare, soprattutto ai gatti, che il forasacco si insinui nel sacco congiuntivale o sotto la terza palpebra. Quell’occhio comincerà a lacrimare, sarà semichiuso e il nostro amico proverà a grattarlo. Basta mettere collirio e antestetico locale e si toglie con una pinzetta. L’intervento del veterinario è importante perché potrebbe potrebbe causare congiuntiviti, ulcere e perfino la perforazione oculare. Il forasacco può finire anche incastrato nelle gengive.

Prevenzione

L’unica prevenzione è quella di evitare i campi dove sono presenti forasacchi o dove sono stati appena tagliati e fare un esame attento del nostro animale al ritorno da una passeggiata. Meglio scegliere un posto più lontano o più piccolo ma più pulito piuttosto che farlo finire sotto i ferri.

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