Europa League, Napoli-Granada 2-1: agli azzurri non riesce l’impresa, spagnoli agli ottavi

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NAPOLI. Più che una partita una sceneggiata. Copione per Mario Merola. Il Napoli esce di scena con tante recriminazioni, alla fine l’amarezza è quella di chi ha perso una grossa occasione, di chi è stato eliminato da un avversario non superiore, di chi ha pagato al prezzo più alto i propri errori. Le assenze importanti contano relativamente, si elidono con un avversario a sua volta decimato. La rabbia monta per aver trovato subito il gol, dopo neanche 2′ di gioco. E non aver dato seguito, almeno per un tempo, alla migliore premessa possibile. Monta per aver subito tre gol da una squadra che ha tirato ben poco di più nel computo totale dei 180′. Così a volte è il calcio…

<< La cronaca della gara>>

Squadra senza sorriso, ma Zielinski…  

In avvio ci sono due gol sul groppone e lo svantaggio va colmato con la squadra al minimo storico. C’è un tecnico che sembra sulla soglia con le valigie.  Insomma, non c’è sorriso per questo Napoli cui anche il piccolo Granada sembra essere una Invincibile Armada. Tanti problemi, eppure dopo neppure due minuti arriva il vantaggio, come a dare una pacca sulla spalla, come a dire: credeteci. Zielinski, rubata palla, si fa trenta metri e indovina alla sua maniera l’angolino, col sinistro di lusso che si ritrova. Uno a zero, Napoli a metà strada dalla rimonta. Voi cosa fareste? Ci sono due ipotesi: gettate il cuore oltre l’ostacolo, provando a sfruttare l’inerzia, accentuando la spinta, alzando il ritmo. Oppure aspettate. Il Napoli dei superstiti, e questa non è un’attenuante generica, opta per la seconda ipotesi.  

Ritmo lento, fretta solo individuale 

La vocina della prudenza frena il gioco di squadra, ma se usi le marce basse anche questi spagnoli – noni in Liga ma anche squadra che prende tantissimi gol – diventano dei maghi dell’illusionismo. In particolare l’esterno destro Kenedy sembra imprendibile, si fa sempre trovare sull’ispirazione bassa di German e quella avanzata di Montoro. Martinez ha avuto un prepartita tribolato, si è fermato Machis, gioca Puertas. 

Poche idee sull’1 a 0

A ritmi lenti, il Granada ha giocatori di mestiere e di tecnica. E si vede. Il gol dell’1 a 0 invece di dare coraggio a chi vince, alimenta chi perde. Sì, è il Granada a rompere gli indugi. Favorito forse dalla disposizione tattica di Gattuso, un 3-5-2 che non sembra proprio dare linfa in mezzo. La scelta di Martinez, quando non ha possesso, è quella di lasciare Rrhamani senza pressione, Fabian si abbassa pochissimo, Bakayoko è braccato, Elmas da mezzala è un pesce fuor d’acqua. Non c’è gioco. Si potrebbe provare a spostare il gioco sulla loro trequarti,  speculando sulla imprecisione, per esempio, come quella di Brice che ne combina un bel po’. Ma ogni volta che può ripartire su palla recuperata, il Napoli ha poche idee, e soprattutto tutti pensano di risolverla individualmente.

Le volpi andaluse

Così le giocate sono tutte viziate dalla troppa fretta e il Granada riesce a riorganizzarsi. Cercando un dialogo anziché il soliloquio partenopeo, l’undici di Martinez trova il pareggio. Montoro è libero di staccare davanti a Meret, con i centrali Maksimovic e Rrhamani in difetto di posizione. Di lì in poi il match si incattivisce, ci pensa innanzitutto Kenedy, entrando durissimo e gratuitamente, su Politano, ad accendere focoali pericolosi. Servono tre gol e la missione pare impossibile. Ma il Granada in pochi minuti perde i pezzi: problemi muscolari costringono Martinez a cambi forzati, il più commovente riguarda Neva che esce in lacrime dopo uno scatto per fermare Politano. Nell’ordine escono per infortunio Gonalons, Neva, il capitano German, in avvio si è fermato Machis. Una falcidia. 

Col 4-4-2 arriva il 2 a 1. Bene Ghoulam

Gattuso all’intervallo cambia schema, passa a un conservativo 4-4-2, inserendo Ghoulam per Maksimovic. Il gioco migliora. Allo scoccare dell’ora, il Granada si fa trovare scoperto e nella migliore azione della sua partita, il Napoli torna avanti. Insigne riceve e libera Fabian davanti a Silva, stoccata per il 2 a 1. Gattuso capisce che è arrivato il momento di giocarsi la carta Mertens. Al belga però manca la partita e la confidenza: lo si capisce quando riceve davanti a Silva e alza il pallonetto, sua specialità della casa. Lo salva l’off side in avvio di azione. Col passare dei minuti, il Granada smette di giocare. Molina si tuffa per terra a ogni azione, Foulquier batte ogni fallo laterale facendo passare un’eternità, Siebert, molto attento nella sua direzione, sotto questo aspetto lascia troppo fare. Alla fine si contano tra primo e secondo tempo ben 14 minuti di recupero. E sembrano persino pochi… 

Prodezza di Silva  

Il match mantiene così una corrente elettrica nervosa evidente, ancora si distingue Kenedy, spostato in avanti nel finale. Ma il fischietto tedesco non fa una grinza. Il Napoli ci mette un altro temperamento, Fabian sbaglia grossolanamente una conclusione su appoggio di Mertens. Poi Ghoulam, efficace il suo ingresso stacca su angolo a colpo sicuro, la sua è un’incornata da bomber consumato, Silva si produce in una parata d’istinto strepitosa, nella mischia l’algerino non è fortunato. Poteva essere il 3 a 1 e avrebbe ingenerato un finale accesissimo. 

Irritanti perdite di tempo 

Invece il copione non cambia, il Napoli attacca, ma non sfonda più, il Granada specula su ogni interruzione facendo saltare i nervi anche a Gattuso. Che grida “It’s impossible al quarto uomo. Ha ragione: che il Napoli sia stato eliminato così, ai sedicesimi è davvero “impossible”.

Con la Juve il 17 marzo

Intanto arriva la notizia che il recupero della partita di Torino con la Juventus è fissato per il 17 marzo prossimo, stante appunto l’eliminazione della Europa League dei partenopei. Lo stesso giorno in cui si giocherà Torino-Sassuolo. 

Napoli (3-4-2-1): Meret; Rrahmani, Maksimovic (1′ st Ghoulam), Koulibaly; Di Lorenzo, Ruiz, Bakayoko, Elmas (14′ st Mertens); Zielinski, L.Insigne; Politano. All.: Gattuso. 

Granada (4-3-3): Rui Silva; Foulquier, German (10′ st Herrera), Duarte, Neva (1′ st Nehuen); Montoro (38′ st Vallejo), Gonalons (47′ pt Victor Diaz), Eteki; Kenedy, Molina (38′ st Soldado), Puertas. All.: Martinez. 

Arbitro: Siebert (Germania). 

Reti: 2′ Zielinski; 24′ Montoro; 58′ Ruiz. 

Note: Angoli: 8-4 per il Napoli. Recupero: 7′ e 7′. Ammoniti: Duarte, Insigne, Herrera, Bakayoko per gioco scorretto; Kenedy, Politano, Montoro, Maksimovic, German, Koulibaly e Foulquier per comportamento non regolamentare.

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