Europei, Spagna-Svezia 0-0: le Furie Rosse sbattono sul muro scandinavo

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SIVIGLIA – Eravamo famosi, una volta, noi italiani, per il catenaccio. Chissà che Andersson, corpulento citì della Svezia, non abbia imparato da noi. Sta di fatto che il debutto della Svezia sul campo di Siviglia assomiglia al match del dolore azzurro, di Milano. L’ufficiale del genio di Stoccolma prosciuga ogni sorgente di gioco latino. La Spagna insomma debutta uscendo tra i fischi. E i fiaschi, si direbbe, perchè sia Morata che Gerard che lo sostituisce fanno rimpiangere antichi bomber come Villa o Fernando Torres, dimostrando di non avere negli ultimi metri il cosiddetto killer istinct.  

<<La cronaca della gara>>

Il certosino del tiki taka

Si gioca alla Cartuja di Siviglia, cartuja significa certosa. E Luis Enrique è il certosino che non cambia di una virgola il credo calcistico che lo contraddistingue. La Spagna fa un lungo, estenuante (anche per gli occhi) possesso palla, una specie di torello applicato nella metacampo avversaria, come il ragno che tela la trama, aspettando che la preda rimanga impigliata. Dopo venti minuti il possesso palla recita 91 per cento. Questo perchè questa trama implica di riposarsi quando palleggi e poi si scatenare l’inferno, in pressing, appena si perde il possesso. La Svezia gioca rannicchiata dietro, e dopo 45’ ti viene da pensare che per il panino farcito di Andersson uno come Kulusevski, stasera, sarebbe stato la fetta di mortadella ideale per dare il gusto alle repliche. Ma il giovane juventino, come Svanberg, non c’è. 

Un rigore in movimento gettato alle ortiche  

E allora una squadra molto esperta, si chiude per togliere le linee di passaggio ai giocolieri avversari. Danielsson cancella dal campo Morata, schierato titolare un po’ a sorpresa, ma quando il pelato va in tilt incredibilmente, un liscio davanti a Olsen, Alvaro resta sorpreso e si mangia un rigore in movimento, con Olsen in disperata uscita. Fuori.

Olsen invalicabile

Olsen che per due volte si oppone a Dani Olmo in versione centravanti, palla schiacciata bene su pennellata di Koke, il portiere in angolo con prodezza; e in versione trequartista, tiro dal limite, velenoso perchè si abbassa in ultimo, con l’ex portiere romanista che smanaccia fuori alla bell’e meglio. 

Palo di Isak

La Svezia fa poco o nulla, ma gli capita una occasionissima, verso fine tempo, quando Isak – il ragazzino buttato nella mischia, il jolly di Andersson, arriva davanti a Simon, tira da posizione angolata, supera il portierino basco, ma trova Llorente che respinge sulla linea sul palo in una carambola che salva i Rossi.  

La Svezia riparte meglio

Enrique riuscirà a trovare il bandolo della matassa? L’arrocco vichingo è convincente, e adesso, dopo mezz’ora di smarrimento, trova persino il coraggio di provarci. L’assalto da tiki taka iberico manca di velocità, la Svezia non deve affannarsi per cancellare dopo il riposo le linee che portano a Olsen. Al contrario la Svezia si alza dai blocchi con più coraggio. Lustig si impappina sul più bello, non è un’ala e si vede, su punizione di Larsson; poi allo scoccare dell’ora la grande paura. Isak, davvero un bel giocatore, danza sul pallone in area tra tre difensori e riesce a mettere il pallone sul piede di Berg, esperto compagno di reparto. Il barba a un metro dal bersaglio cicca clamorosamente la più facile delle occasioni. Fischi. Qualcosa mina le certezze del torello a tutto campo. 

Enrique cerca più ritmo

Enrique cambia. Rodri non è Busquets, e si vede. Fuori. Entra Thiago serve un play che alzi il ritmo, cambiano anche gli attaccanti, ma la Spagna non passa. Non passa neanche quando Gerard ha sulla testa la palla giusta, ma a due metri dal paradiso indugia, colpisce Olsen. Non è serata, insomma. La Svezia negli ultimi 20’ non riparte più, la Spagna in area si impappina come una squadra di principianti. Finisce 0 a 0. Come a Milano, una vita fa. Chissà se Enrique conosce Ventura… 

Spagna (4-3-3): Simon. M.Llorente, Laporte, Pau Torres, Jordi Alba; Koke (42′ st Fabian Ruiz), Rodri (21′ st Thiago Alcantara), Pedri, Ferran Torres (29′ st Oyarzabal), Morata (21′ st Sarabia), Olmo (29′ st Moreno). Ct: Luis Enrique.
Svezia (4-4-2): Olsen. Lustig (30′ st Krafth), Lindelof, Danielson, Augustinsson. S.Larsson, Ekdal, Olsson (38′ st Cajuste), Forsberg (38′ st Bengtsson). Berg (24′ st Quaison), Isak (24′ st Claesson). Ct: Andersson.
Arbitro: Vincic (Slo) Angoli: 6 a 1 per la Spagna.
Note: Recupero: 1′ e 6′. Ammoniti: Lustig per comportamento non regolamentare

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