Europei, Uefa conferma le sedi delle ultime partite

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Niente spostamenti, no a cambi di sede e stadi. Non importa se con la variante Delta sono state imposte, in e per alcuni paesi, quarantene e restrizioni: tutto resta com’è. I quarti come da programma, semifinali e finali a Londra. L’Uefa non ha alcuna intenzione di modificare il programma. “Tutte le rimanenti partite di Euro 2020 si svolgeranno come deciso”, spiega in una nota il massimo organismo calcistico europeo. Che aggiunge: “Le misure di mitigazione adottate in ciascuna delle sedi di Euro 2020 sono allineate con le normative decise dalle competenti autorità sanitarie locali. Le decisioni finali sul numero di spettatori  e i requisiti di ingresso nelle nazioni ospitanti e negli stadi ricadono nella responsabilità delle autorità locali competenti. E la Uefa segue tassativamente tutte queste misure”.

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Consulente medico dell’Uefa: “Il calcio non è l’unico responsabile”

Nonostante il numero sempre più preoccupante di positivi nel Regno Unito e anche dopo il derby Inghiltera – Scozia della fase a gironi, del 18 giugno, dunque non si cambia. Il consulente medico della Uefa, lo svizzero Daniel Koch chiarisce: “Non si può totalmente escludere che eventi e raduni possano aver portato ad aumenti nel numero dei casi. Questo però non si applicherebbe solo alle partite di calcio, ma a ogni tipo di situazioni che non sono consentite in quanto parte delle misure di contenimento”.
“Le campagne vaccinali che sono state messe in campo in tutta Europa e i controlli alle frontiere – è sicuro Koch – aiuteranno ad assicurare che non cominci nel continente una nuova grande ondata”.

“Uefa irresponsabile”

“Il comportamento dell’Uefa è assolutamente irresponsabile”. Il giudizio del ministro dell’Interno tedesco, Horst Seehofer, è durissimo: “Ho il sospetto che ci sia un problema di tipo commerciale, e ragioni del genere non dovrebbero prevalere sulla protezione della salute”. “È inevitabile che una partita con 60.000 spettatori – il numero di persone a cui la UEFA consentirà l’ingresso al Wembley di Londra per le semifinali e la finale – coontribuirà a promovuere la diffusione del COVID-19, soprattutto vista la variante Delta. Quasi 2.000 persone che vivono in Scozia hanno partecipato, che erano positivi al COVID-19, sono andati a Londra. Almeno 300 finlandesi che sono andati a tifare per la loro nazionale e hanno contratto il COVID-19. E il tasso di infezione giornaliero in Finlandia è passato da circa 50 al giorno a più di 200 nell’ultima settimana. Le autorità russe sostengono che la nuova variante Delta sia responsabile di un notevole aumento di contagi e di morti nelle principali città, tra cui San Pietroburgo, che ospiterà un quarto di finale.

Costa: “Mi auguro buon senso dall’Uefa”

Il sottosegretario alla Salute Andrea Costa, ospite a “The Breakfast Club” su Radio Capital, invita l’Uefa a riflettere: “Mi auguro – dice il sottosegretario – una decisione di buon senso dalla Uefa. In Inghilterra non c’è una situazione che permette di affrontare con tranquillità l’evento. Siamo in un momento d’emergenza quindi mi auguro che la Uefa prenda anche in considerazione l’ipotesi di cambiare la sede della finale o le regole sulla capienza degli stadi. Se sarà tutto confermato, la Uefa dovrà assumersi la responsabilità di questa scelta”.

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