Europride annullato dalla Serbia per le minacce dell’estrema destra. +Europa e Si: “Ingiustificabile”

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L’Europride, in programma 17 settembre prossimo a Belgrado, non si terrà nei termini previsti a causa delle minacce da estremisti di estrema destra e per il timore di scontri. “In questo momento la Serbia è messa sotto pressione da numerosi e gravi problemi” ha annunciato il presidente Aleksandar Vucic nel giorno in cui reincaricava la premier uscente Ana Brnabic, lesbica dichiarata e primo esponente politico donna e omosessuale chiamata a guidare un governo in Serbia nel 2017.

Parlando in diretta tv, Vucic ha citato in particolare le nuove tensioni in Kosovo e i problemi legati alla crisi energetica e alimentare. La manifestazione, ha osservato, si terrà in un altro periodo più favorevole.

Dopo i violenti scontri di piazza registratisi a Belgrado fra polizia e ultranazionalisti omofobi in occasione del Gay Pride del 2010, la manifestazione del popolo omosessuale era stata vietata per ragioni di sicurezza e ordine pubblico per alcuni anni, ed era tornata a svolgersi regolarmente nel 2014, anche se con un massiccio dispositivo di poliziotti nel centro di Belgrado.

Europride cancellato, il centrosinistra italiano all’attacco: “Ingiustificabile”

“La notizia della cancellazione dell’europride data dal presidente serbo vucic è gravissima”. Lo dichiara Marilena Grassadonia, responsabile diritti della segreteria di Sinistra italiana e candidata alla Camera.

“È Inaccettabile che nel 2022 il governo di un paese europeo annulli una manifestazione regolarmente autorizzata come l’Europride di Belgrado motivando la decisione con “pressioni da partiti di estrema destra e da rappresentanti della chiesa ortodossa. Se il presidente Vucic cede alle pressioni ricevute, vuol dire che la pensa come loro. È un atto gravissimo che spiana la strada al dilagare di intolleranza e omolesbobitransfobia”.

Sulla stella linea +Europa: “L’annunciato divieto dell’EuroPride è ingiustificabile, considerando che la Corte costituzionale serba ha dichiarato incostituzionali i divieti dei Pride in Serbia nel 2011, 2012 e 2013. In qualità di Paese candidato all’adesione all’Unione Europea, la Serbia dovrebbe mostrare un maggiore rispetto per i valori europei e i diritti umani, come quello alla libertà di riunione e di associazione pacifica”. Lo dichiara Yuri Guaiana, capolista di +Europa alla Camera dei Deputati nei collegi di Bergamo e Treviso.

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