F1, il Gp del Belgio dura solo 3 giri causa pioggia. Vince Verstappen, punteggio dimezzato

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SPA – Il Gran Premio di Spa dura solo 3 giri e peraltro dietro la safety car, con due soli completati e il primo che definisce la classifica: sono due le tornate minime da percorrere secondo il regolamento sportivo della F1 per consentire l’assegnazione del 50% dei punti. Ed è così che si conclude mestamente una gara di fatto mai iniziata a causa della pioggia che ha funestato il circuito delle Ardenne: vince, per così dire, il poleman, Max Verstappen: 12,5 punti per lui, quelli che gli consentono di ridurre a -3 il gap dal suo contendente al titolo, Lewis Hamilton, che sulla griglia parte e chiude ovviamente terzo (7,5 punti). 9 i punti invece a George Russell, forse il più “premiato” dal risultato cristallizzato dalle qualifiche: l’inglese, che ha riportato la Williams in prima fila dopo 4 anni, è in un momento magico, quello che a breve lo porterà sul sedile della Mercedes.

<<La cronaca del Gp del Belgio>>

Una giornata estenuante

Brutta conclusione di una giornata estenuante e sbagliata. Già dal giro di installazione si era capito che la pista era impraticabile: Sergio Perez va a muro a Les Combes mentre procede lento con la sua Red Bull. Rompe la sospensione anteriore, viene dato ko, troppi danni. Viene ritardata la partenza, dalle 15 alla 15.25 e dietro la safety car. Piove a dirotto, tutti i piloti si lamentano della visibilità e impraticabilità dell’asfalto. A cominciare da Verstappen: “Devo lasciare spazio alla safety car perché non vedo nulla, per questo sto più lontano del solito”. Poi l’olandese, ovviamente con meno macchine davanti, dice: “Forse si può fare”. Gli altri non sono d’accordo, da Russell (“Non riesco neanche a vedere la luce della vettura di Verstappen”) a Lando Norris, reduce dall’incidente terribile in qualifica e poi da una retrocessione in griglia (15°) per la sostituzione del cambio alla sua McLaren (“Le condizioni sono veramente terribili. C’è acquaplaning”) a Lewis Hamilton, il più contrario: “Non si vede nulla, non si può partire”.

Una corsa contro il tempo

Infatti alle 15.30, dopo i due giri di formazione congelati, esce bandiera rossa. Procedure di partenza sospese, le macchine tornano in pit lane. Il primo ad abbandonare l’abitacolo è Hamilton. Sparisce nel motorhome della Mercedes. Continuano a piovere a dirotto. Sulle colline, sui prati inzuppati, i tifosi stanno sotto gli ombrelli e i cappucci. Fa freddo: 12 gradi. Ma non si muovono. Il tempo scorre e ognuno a suo modo cerca di ingannarlo: Charles Leclerc e Carlos Sainz giocano a scacchi, Daniel Ricciardo gioca col telefonino e col suo fisioterapista, Lando Norris schiaccia un pisolino. Vengono servite bevande calde nei garage. Nel frattempo, si lavora alacremente nel box della Red Bull. C’è tempo per riparare la macchina di Perez. Alle 16.35 il lavoro è fatto, ce la farà a rimettersi in gara, partendo dalla pit lane, dietro Kimi Raikkonen che già sarebbe dovuto partire da lì per cambiamenti all’Alfa in parco chiuso. Il messicano ringrazia i meccanici. Ma c’è ancora da aspettare. L’orologio scorre, ma alle 17 viene bloccato il countdown. Come da regolamento, ci sarà ancora un’ora per poter disputare la gara. Ma quando? Continua a piovere e il cielo diventerà scuro. 

Ma da quel momento il tempo è completamente sospeso. Viene comunicato che alle 17.45 verrà dato un aggiornamento sul meteo, ma a quell’ora l’aggiornamento viene a sua volta aggiornato di 5 minuti in 5 minuti. Camion spazza acqua cercano di ripulire la pista. I marshall giocano a bocce in alcune vie di fuga. Finalmente la comunicazione accolta con un boato dai boschi: la gara ricomincia alle 18.17.

Il più contento è Russell

Tutti corrono verso le macchine. Si riparte dietro la safety car. Ma dopo due giri completati e il terzo in corso, viene di nuovo esposta bandiera rossa. Di nuovo le auto tornano in pit lane. Ed è chiaro che non si ripartirà. Il regolamento prevede che si possa dichiarare svolta la gara e soprattutto che si possano assegnare, al 50%, i punti come recita la nota ufficiale: “I risultati sono stati calcolati in conformità con l’Articolo 51.14 del Regolamento Sportivo FIA Formula Uno, vale a dire alla fine del giro 1 essendo il penultimo giro prima del giro durante il quale è stato dato il segnale di sospensione della gara. Tuttavia, per la determinazione dei punti, si applica l’articolo 6.5, il leader ha attraversato la linea del traguardo 3 volte, rispettando quindi il requisito per il leader di aver completato più di 2 giri per ottenere la metà dei punti). Podio svelto, con facce strane. Verstappen: “Molto importante la pole col senno di poi, peccato non aver gareggiato, ma le condizioni erano insidiose, visibilità basse, forse se fossimo pertiti alle 15.30 come avevo detto, sarebbero state migliori. E’ una vittoria anche se senza gioia. I più grandi vincitori sono i tifosi che sono stati tutto il giorno sotto la pioggia ad aspettare”.

Più diviso è Russell: “Siamo stati premiati per delle grandi qualifiche, mi dispiace per i fan che ci hanno dato tanto sostegno, siamo stati tutti sulla stessa barca. Tutto il team merita perché abbiamo fatto un gran lavoro in questi anni, non si era visto finora”. Hamilton: “Mi spiace per i fan oggi, non è colpa di nessuno con questo meteo, loro hanno aspettato una gara che non c’è mai stata, due giri era il minimo per farla. Spero che vengano rimborsati i biglietti. La macchina davanti spariva, nessuna visibilità, impraticabile”.

I ferraristi: chiude con 2 punti Charles Leclerc (8° in griglia): “Complimenti per aver trovato qualcosa di cui parlare in tre ore, io ho giocato a scacchi con Carlos, ho vinto, almeno oggi ho vinto qualcosa. Le decisioni prese sono state giuste come è stato giusto riprovare a partire. Trovo invece ingiusto avere punti per una gara che non abbiamo fatto”. La pensa così anche il suo compagno, Carlos Sainz, con mezzo punto (10°): “Oggi tutte le decisioni prese sono state corrette, non si vedeva niente, quando vai a 300 all’ora è troppo rischioso, peccato per i punti, non dovrebbero essere dati per una gara che non si è corsa. A me mezzo punto? Non lo merito, perché non ho corso. Dovevamo provare a uscire per vedere come erano le condizioni, ma non per i punti, ma per capire se si poteva correre”. Invece, è stato un gp fantasma.  

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