“Faccio yoga, il vaccino anti Covid non mi serviva”. Savona, il giudice sospende la multa alla No Vax

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“Pratico yoga, godo di buona salute, sono quasi laureata e quindi sapevo di non aver bisogno del vaccino anti Covid, imposto tra l’altro violando la Costituzione”. Questi, in sintesi, i motivi con cui una cinquantenne di Boissano ha presentato un ricorso al Giudice di Pace chiedendo l’annullamento della sanzione di 100 euro che, in base alla legge sulla pandemia, andava comminata agli ultra cinquantenni che rifiutarono la vaccinazione.

Ma se le motivazioni riportano alle scontate, e sempre – per alcuni aspetti – sorprendenti motivazioni del movimento No Vax, quello che in questa vicenda colpisce è il fatto che il Giudice di Pace di Savona, Marco Tiby, abbia accolto le motivazioni della signora Sonia Marinelli concedendole un’inattesa “sospensione dell’esecuzione del provvedimento”. La decisione non è definitiva, e il 12 settembre si terrà l’udienza in cui verrà pronunciata la sentenza.

Bisogna ricordare che in questi anni i non pochi provvedimenti della giustizia – specie quella amministrativa – hanno quasi sempre visto soccombere le tesi No Vax rispetto all’obbligo vaccinale.

Questo capitolo savonese sembra però rappresentare una svolta. Il ricorso della signora Marinelli è molto circostanziato. La prima parte è sostanzialmente dedicata a ribadire le tesi del movimento No Vax. Si parte bollando l’Italia come il paese in cui è “stato celebrato il funerale del diritto nel nome della salvezza dalla pandemia”. Poi i danni provocati dal siero citando le testimonianze “raccolte dal Comitato Ascoltami in questi anni”. A seguire il racconto personale: il marito che contrae il Covid a dicembre 2020, la scoperta di essere anche lei positiva nel gennaio 2021, ma anche l’indifferenza “alla strategia del terrore messa in campo da politica scienza e media”.

E questo perché , spiega Sonia Marinelli, lei “era in ottima salute” e aveva “un progetto di salute personale consolidato negli anni, attraverso la pratica dello yoga e l’utilizzo in via preferenziale delle medicine non convenzionali riconosciute anche dalla medicina ufficiale”. Inoltre basa le sue convinzioni sul fatto di “avere una solida preparazione scientifica, ho studiato scienze biologiche senza conseguire la laurea”.

Segue un lungo elenco di frasi ingiuriose con cui politici, scienziati (non manca il primario Matteo Bassetti) e giornalisti avrebbero trattato i No Vax in questi anni. Per Marinelli una “vera e propria violazione dei diritti umani fondamentali quali la libertà di pensiero e la libertà di espressione”, considerazione scritta con la consapevolezza di chi è “un’attivista di Amnesty International”.

Per quanto riguarda invece le questioni più tecniche per chiedere l’annullamento della sanzione proveniente dall’Agenzia delle Entrate, la ricorrente contesta la scelta del ministero di “considerare gli over 50 una mera categoria anagrafica”, come dire che il regolamento avrebbe dovuto considerare le singole condizioni fisiche di ogni soggetto – qualche milione di persone- prima di decidere se andasse vaccinato o meno.

E ancora cita una sua “corrispondenza con il dottor Raffaele Cerbini medico chirurgo specializzato in medicina d’urgenza e titolare di una pagina Facebook sulla quale metteva a disposizione articoli tradotti del British medical journal”.

Infine, la donna chiude il ricorso sostenendo che sarebbe stato violato il suo diritto al “consenso informato secondo la legge del 2017”. Lo dice ricostruendo quanto avvenuto nel febbraio del 2022.

La signora Marinelli si recò all’hub vaccinale di Albenga e qui sottopose alla dottoressa che doveva praticarle l’iniezione di vaccino una serie di quesiti: benefici, eventuali conseguenze, il tipo di test effettuato dalle case farmaceutiche, i criteri per eventuali eccezioni, i dati dei guariti reinfettati. Di fronte alle mancate risposte Marinelli decise di non farsi vaccinare. Solitamente i motivi che giustificano una sospensione del procedimento riguardano eventuali effetti irreparabili che cagionerebbe.

In questo caso, il giudice Marco Tiby ha ritenuto validi i motivi della ricorrente per congelare la multa da cento euro.

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