Faenza, il femminicidio di Ilenia Fabbri: “L’ex marito avido e paranoico, voleva annientarla da anni”

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FAENZA – Prima di Natale Ilenia Fabbri ha confidato alla sua legale di voler fare testamento perché aveva paura. Si è “aggrappata alla vita” fino alla fine, scrive il giudice che ha ordinato il carcere per chi l’ha uccisa. Si è ribellata all’uomo che voleva strangolarla mentre dormiva, che l’ha presa a pugni e l’ha sgozzata. La svolta sul giallo di Faenza è arrivata all’alba di ieri.

– Osservatorio femminicidi

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La polizia ha arrestato Claudio Nanni, 53 anni, ex marito e mandante dell’omicidio, e Pierluigi Barbieri, 51, picchiatore di provincia, professionista delle spedizioni punitive, secondo gli inquirenti un killer su commissione. Lo hanno incastrato le telecamere, la mattina dell’omicidio era lì. Un solo movente, “abietto”: i soldi. Ilenia aveva capito. A un’amica di vecchia data, a cena, aveva confidato: “Se mi ammazzano sappiate che è stato Claudio”. Il suo ultimo compagno, Stefano, che voleva sposare, ha riferito di una frase che Ilenia avrebbe detto a proposito dell’ex marito: “Se mi fai causa per il lavoro e vinci sappi che ti ammazzo”. Dal 2017 il rapporto con Claudio era un inferno. Nell’ottobre di quell’anno lui la aggredì, le fece sbattere la testa contro il muro dicendo che “quella era casa sua, lui fa quello che gli pare e se continuo a rompere le scatole mi stacca la testa dal collo”. Per questo episodio venne condannato.

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Aveva un controllo “ossessivo” dei soldi, le lasciava solo una carta Conad per le piccole spese. Le amiche hanno raccontato che “per ogni spesa era costretta a chiedergli denaro”. Non la pagava per il lavoro nell’officina di famiglia, dopo la separazione non versava i 500 euro mensili per la figlia Arianna. La donna ha vinto la causa per restare nella casa di via Corbara 4, l’appartamento che alle sei del mattino del 6 febbraio è diventato la scena del delitto. Ha fatto causa chiedendo 100mila euro per il lavoro in officina.

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Scrive il gip Corrado Schiaretti: “Nanni era l’unico che da anni combatteva contro di lei per annientarla personalmente ed economicamente”. Il denaro era un problema “che sarebbe stato risolto con la morte di Ilenia”. Perché Nanni è “avido, paranoico del controllo, privo di scrupoli”. Così Nanni si rivolge a un conoscente, Barbieri, con cui condivide la passione per le moto. Una persona scelta non a caso: l’anno scorso è stato condannato per una spedizione punitiva contro un disabile. Lo chiamano “lo zingaro”, vive nel Reggiano e non sa “resistere” alle commissioni.

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Il 10 dicembre Nanni, a casa con il Covid, manda un audio a Barbieri: “Una volta che esco…dopo si fan tutte le cose che bisogna fare, ok?”. Il 20 e 29 gennaio si vedono a Faenza. Claudio non è solo un mandante: gli dà le chiavi di casa, gli spiega come raggiungere la camera da letto, forse fanno un sopralluogo. All’alba del 6 febbraio il killer entra in camera da letto e quando Ilenia urla (“Chi sei? Cosa vuoi?”) e scappa per le scale, lui la insegue, la massacra di botte, le stacca un orecchino dal lobo, le sbatte la testa a terra.

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La figlia di Ilenia, Arianna, 21 anni, è da poco in macchina col padre Claudio per andare a comprare un auto a Lecco. Il padre non sa che in casa c’è un’altra persona che dà l’allarme: è la fidanzata della figlia, la sera prima hanno festeggiato il loro terzo anniversario e si è fermata a dormire. Se il killer se ne fosse accorto, forse avrebbe ucciso anche lei, una testimone scomoda. La compagna chiama Arianna, padre e figlia tornano indietro. E mentre Arianna avvisa la polizia, quando si pensa ancora a un ladro, urla al padre di accelerare: “Ma sei deficiente? Vai veloce su! Invece di darmi una mano stai lì a piangerti addosso!”.

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Sì, perché Nanni “piange in modo incontrollabile”, non vuole che la compagna della figlia esca dalla camera a vedere cosa succede, come chiede invece Arianna: “Prendi un pezzo di ferro e vai giù”. Perché non vuole che esca? Spiegherà alla figlia, con una frase che per gli inquirenti sembra una “involontaria confessione”: “Cosa faccio? Esci, vai fuori, fatti ammazzare?”. Come se sapesse il pericolo al quale sarebbe andata incontro.

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Quando padre e figlia tornano davanti alla casa, lei corre dentro e vede il corpo della mamma. Lui resta in auto. A piangere. Arianna ha perso la mamma. E ora il padre è in carcere. La pm Angela Scorza, che ha condotto l’indagine col procuratore Daniele Barberini, la squadra Mobile guidata da Claudio Cagnini e gli investigatori dello Sco, dice su Nanni: “Mi colpisce che ha usato la figlia per l’alibi, poi l’ha delegata a vedere il corpo della madre”.

Il piano doveva essere un altro: far scoprire il cadavere di Ilenia nel pomeriggio, far sembrare tutto una rapina, pagare il killer su commissione (“Non pensiamo a una cifra altissima”, dice Barberini). Arianna e la fidanzata sospettavano di Claudio? “(Tuo papà, ndr) non lo sapeva che io c’ero. Non gliel’avevi detto”, ha ricordato la studentessa.

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