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Fdi nelle Marche su posizioni antiabortiste. Il capogruppo Ciccioli: “Combattere per l’aborto è retroguardia”

L’aborto non è una battaglia prioritaria. Oggi la vera lotta è quella per difendere la natalità e proteggere la popolazione dalla sostituzione etnica. Insomma, spendersi affinché le nuove linee guida del governo sull’interruzione di gravidanza vengano applicate è cosa “da retroguardia”. Questo il punto di vista del capogruppo di Fratelli d’Italia Carlo Ciccioli durante il consiglio regionale delle Marche in risposta alla mozione dell’ex assessora Manuela Bora (Pd) presentata per chiedere l’applicazione e il rispetto delle linee ministeriali sulla Ru486.

Un intervento che pone anche le Marche sulla stessa linea delle politiche antiabortiste della Regione Umbria governata da Donatella Tesei e che passa dall’obsolescenza delle lotte femministe per l’aborto, alla necessità di difendere la natalità per, tra le altre cose, bilanciare le nascite di persone “di altri mondi ed etnie”. Intervistato da Repubblica per chiarire quest’ultimo punto,si  Ciccioli non solo conferma ma rilancia: “Proprio oggi mi ha chiamato un genitore che dovrebbe iscrivere suo figlio per il prossimo anno in una certa scuola media della mia città, in un quartiere dove attualmente si iscrivono solo ragazzini stranieri. Fino a pochi anni fa era una scuola prevalentemente di bambini italiani […] Cosa significa tutto questo? Che in quel quartiere nascono solo figli di stranieri e non ci sono figli di italiani. C’è un intero plesso scolastico che non ha più italiani. C’è stata una sostituzione”.

“Sconcerto e sgomento. Non tanto per la bocciatura della mozione che mi aspettavo visti precedenti, ma perché siamo andati ben oltre”, afferma Manuela Bora (Pd), ex assessora alle Pari opportunità nella passata giunta.

Nonostante i pochi mesi dall’insediamento, non è la prima volta che la regione scivola sulla questione dell’aborto. La giunta di destra guidata da Francesco Acquaroli (esponente di Fdi e noto prima dell’elezione per essere tra i partecipanti alla cena in memoria della marcia su Roma) aveva già dovuto affrontare le polemiche innescate dalle dichiarazioni di Giorgia Latina (Lega), unica donna della squadra marchigiana e assessora alle pari opportunità che ai microfoni di Rai 3 si era detta contraria all’aborto.

A quella vicenda sono poi seguite polemiche, proteste dei gruppi femministi e dichiarazioni frammentarie degli esponenti politici che se da una parte affermavano di essere stati fraintesi e rivendicavano il diritto al libero pensiero, dall’altra non hanno preso una posizione chiara in materia di sospensione della gravidanza. Almeno fino a ieri.

“Non ci ho mai creduto – continua Bora – quando la giunta minimizzava le dichiarazioni di Latini, ma sentire addirittura un assessore alla sanità dire che le linee guida del ministero non sono fonti del diritto e quindi non sono obbligati ad applicarle lascia increduli”. La stoccata è per l’assessore Filippo Saltamartini che in risposta alla mozione ha detto: “Le donne vanno protette e la scelta resa consapevole. Perché non aprire alle associazioni private Provita [nei consultori, ndr]? La pillola abortiva non sarà data nei consultori perché le linee guida non ci vincolano”.

Ciccioli, sebbene sia stato il più contestato, non è quindi l’unico a essersi schierato contro la proposta del Pd che di fatto è stata bocciata. “La posizione della giunta – scrive la portavoce del presidente Acquaroli – è quella espressa ieri dal consigliere Ciccioli”.

“La Legge 194 è una legge di Stato e va rispettata. Anzi, ritengo che vada applicata totalmente e non solo limitatamente alle norme di interruzione della gravidanza – continua il consigliere Ciccioli – A suo tempo è stata una battaglia civile di grande rilievo, oggi la sua continua apologia mi sembra oggettivamente una battaglia di retroguardia, che non ha il valore di un tempo. L’accessibilità all’interruzione di gravidanza è comunque sempre stata garantita”.

La Regione ha di fatto respinto l’applicazione delle linee guida del ministero che prevedono la somministrazione della RU486 nei consultori familiari, aboliscono il ricovero ospedaliero e aumentano il tempo di possibile assunzione facilitando così l’accesso all’interruzione farmacologica. Una decisione quella della giunta, approvata anche dal leader del Family Day Massimo Gandolfini: “La rinascita dell’Italia si avrà solo con il rilancio dell’apertura alla vita e alla natalità, l’aborto fai da te non è una richiesta delle donne ma di una minoranza ideologizzata”.

Eppure, il problema c’è. La regione ha un tasso di medici obiettori stimato all’80% e solo tre consultori somministrano la RU486 a Urbino, Senigallia e San Benedetto del Tronto. Questo si traduce in un percorso ad ostacoli che mina non solo il diritto all’aborto, ma la dignità stessa delle donne che decidono di percorrere la strada dell’interruzione farmacologica.

“Oggi – conclude Ciccioli – io sostengo che occorre approvare immediatamente una “194” in difesa della libertà delle donne di fare figli, che permetta alle giovani coppie di accedere immediatamente al sostegno per la maternità, asili nido e scuole materne gratuite, libri di testo gratuiti dalle elementari alle superiori e gli attuali modesti assegni familiari finalizzati solo alle spese domestiche, implementati in caso di più figli. Allora sì che non ci sarebbe la sostituzione”.

Come già accennato il confine tra Marche e Umbria tende ad assottigliarsi. Pochi giorni fa la giunta della presidente leghista umbra Donatella Tesei  è tornata alla carica con una proposta di legge sulla famiglia che ha fatto cadere dalla sedia l’opposizione per le posizioni protezioniste e pro vita.

il caso

La Lega in Umbria ricomincia la crociata contro l’aborto. L’opposizione insorge: “La destra tenta di riportare tutti al Medioevo”

“E’ da ieri sera -conclude Bora – che ricevo telefonate da gruppi femministi e cittadini comuni. Sicuramente ci organizzeremo per far sentire la nostra voce. La cosa più preoccupante è sentir dire che la legge 194 non si toccherà a meno che non ci sia una maggioranza in parlamento. E con il clima che c’è in questi giorni, la preoccupazione che ciò accada è reale”.    



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