Felipe Massa: “Andrò in tribunale per avere il Mondiale 2008 che mi fu rubato”

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L’ex ferrarista Felipe Massa è pronto a portare in tribunale la Federazione Internazionale d’Automobilismo (Fia) per chiedere che gli venga assegnato il titolo piloti del 2008 che Lewis Hamilton su McLaren-Mercedes gli soffiò per un solo punto. Massa ha concesso un’intervista in tal senso a Motorsport.com dopo le parole dell’ex boss della F1, Bernie Ecclestone, che ha ammesso di non aver applicato il regolamento e quindi di aver volontariamente danneggiato il brasiliano a vantaggio del britannico.

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Felipe Massa e quel Gp di Singapore che gli costò il titolo

Ecclestone, 92 anni, in un’intervista alla testata F1-insider ha parlato di quanto accadde nel Gran premio di Singapore di quella stagione, rimasto famoso per il “Crashgate” in casa Renault: la gara di Marina Bay fu vinta da Fernando Alonso, allora pilota di punta della scuderia francese, soprattutto grazie all’incidente nel 15° giro del compagno di team, Nelson Piquet Jr., che fece uscire in pista la safety car e avvantaggiò così lo spagnolo, fresco di un pit stop anticipato. Massa, fino a quel momento in testa alla gara, la concluse con un deludente 13° posto, complice una disastrosa fermata ai box, mentre Hamilton salì sul podio, piazzandosi  terzo.

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La confessione di Piquet jr e la decisione di Ecclestone

Piquet jr confessò al padre Nelson, leggenda della Formula Uno, di aver ricevuto un ordine dal suo team: doveva provocare l’incidente per avvantaggiare Alonso. Ecclestone ora ammette di essere venuto a conoscenza del fatto durante la stagione ma di aver deciso con Max Mosley – l’allora presidente della FIA, morto suicida nel 2021 – di non cancellare la gara, come avrebbe dovuto fare secondo regolamento, perché  “volevamo proteggere il nostro sport da un enorme scandalo. Ho convinto Piquet senior a tacere. Per le regole di allora, la classifica del Mondiale non poteva più essere modificata dopo la cerimonia di premiazione della FIA di fine dell’anno. Il titolo andò ad Hamilton ma, senza la gara di Singapore, Massa avrebbe avuto più punti in classifica e quindi è stato defraudato di un Mondiale che meritava”.

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Felipe Massa: “Chiedo giustizia, non soldi”

Lette queste parole, Massa ha annunciato la sua volontà di portare il caso in tribunale, “non per i soldi ma per avere giustizia”. “Gli avvocati della Ferrari – dice il brasiliano, confermando le parole di Ecclestone – mi dissero che non si poteva ricorrere contro l’assegnazione del titolo dopo la proclamazione del campione, anche se fossero state provate delle irregolarità. Ora, dopo 15 anni, scopro che Ecclestone e Mosley sapevano tutto, fin da subito, ma non hanno fatto nulla per non infangare il nome e il prestigio della Formula Uno. Per me va annullato il risultato della gara di Singapore, anche a disatnza di così tanto tempo. Abbiamo già visto accadere situazioni simili in altri sport: nel ciclismo Lance Armstrong ha perso tutti i titoli quando è stato dimostrato che ha barato, dopandosi. Qual è la differenza?”. Ma a chi può realisticamente rivolgersi il brasiliano per ottenere giustizia? Tutti i termini per qualsiasi ricorso sportivo sono abbondantemente scaduti. E lo stesso ex ferrarista è costretto ad ammettere: “Chiedo giustizia ma temo sia ormai troppo tardi”.

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