Femminicidio Alessandra Matteuzzi, Cartabia chiede accertamenti

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BOLOGNA – La ministra della Giustizia, Marta Cartabia, attraverso il suo Gabinetto, ha chiesto agli uffici dell’Ispettorato di “svolgere con urgenza i necessari accertamenti preliminari, formulando, all’esito, valutazioni e proposte”. Un’iniziativa presa a fronte delle ricostruzioni di stampa sul femminicidio di Alessandra Matteuzzi a Bologna, uccisa dall’ex compagno Giovanni Padovani. E’ quanto si apprende da fonti di via Arenula.

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“Non è malagiustizia”

“In questa vicenda non si può affatto parlare di malagiustizia”, dice intanto al Gr1 il procuratore di Bologna Giuseppe Amato. “La denuncia è stata raccolta a fine luglio, il primo agosto è stata iscritta e subito sono state attivate le indagini che non potevano concludersi prima del 29 agosto perché alcune persone da sentire erano in ferie. Quello che potevamo fare lo abbiamo fatto”. Dalla denuncia, secondo Amato, “non emergevano situazioni di rischio concreto di violenza, era la tipica condotta di stalkeraggio molesto”. E in merito all’utilizzo del braccialetto elettronico per contrastare i casi di violenza di genere, Amato ha aggiunto: “Il problema è quello dei costi. Già oggi potremmo utilizzarli per alcuni reati, ma quando li vai a richiedere non si trovano. Quindi ci vuole la norma, ma poi anche la forza di poter creare dal punto di vista economico gli strumenti che quella norma la fanno funzionare”.

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Il pm chiede il carcere

Il pm Domenico Ambrosino ha chiesto la convalida dell’arresto e la custodia cautelare in carcere per Padovani, accusato di omicidio aggravato dallo stalking. L’udienza è stata fissata davanti al Gip Andrea Salvatore Romito per domani mattina, l’indagato è difeso dall’avvocato Enrico Buono. In mattinata è stato conferito al medico legale Guido Pelletti l’incarico per l’autopsia, esame che comincerà domani pomeriggio. La difesa ha nominato come consulente di parte Giuseppe Fortuni.

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Il dolore dei familiari

“Quello che è successo non è stato affatto un fulmine a ciel sereno perché c’erano stati segnali precedenti, tanto è vero che c’era stata una denuncia. Il problema è nelle falle normative. Se viene sporta una denuncia per atti persecutori e nel contempo non c’è una protezione, continueranno i femminicidi”, ha detto la cugina di Alessandra Matteuzzi, l’avvocato modenese Sonia Bartolini. Con lei c’era anche il nipote della donna uccisa, Matteo Perini: “Mia zia era una persona di cuore e non si meritava tutto questo, spero che questo episodio serva a cambiare le cose. Mi aspetto che lui marcisca in galera, ma che non paghi una persona sola, altrimenti succederà di nuovo”.

Mazzi di fiori sono stati portati in mattinata da vicini e conoscenti all’ingresso del palazzo di via dell’Arcoveggio, periferia di Bologna, dove abitava Alessandra. “Per la famiglia Matteuzzi” si leggeva nel biglietto che accompagnava uno dei mazzi. Il piccolo portico dove, martedì sera, è avvenuto l’omicidio è stato nel frattempo ripulito dalle macchie di sangue, rimaste a terra fino a ieri. Manca ancora la panchina sulla quale la donna è stata massacrata, a botte e martellate, e che era stata rimossa dalla polizia subito dopo il fatto.

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Quel messaggio contro la violenza

Padovani, 27 anni, a novembre 2021 aveva condiviso sui social una campagna contro la violenza sulle donne della squadra di calcio in cui giocava all’epoca. Il 25 novembre 2021, giornata internazionale sul tema, aveva rilanciato su Instagram un messaggio del Troina Calcio, dove appariva lui, con la fascia da capitano, davanti al messaggio “Stop violenza sulle donne. Il Troina Calcio dice no alla violenza di genere e in genere!”

Il cordoglio di Zuppi

“È un tragico evento che scuote Bologna, l’Italia e le nostre coscienze e ci chiede di non restare indifferenti davanti ai casi di femminicidio e alle varie forme di violenza di cui molte donne sono quotidianamente vittime, spesso in maniera silenziosa. Questo dramma ripropone urgentemente la necessità di un’azione etica, culturale e pure di prevenzione, che coinvolge certamente le Forze dell’Ordine ma anche tutta la comunità”. Lo ha detto  l’arcivescovo di Bologna e presidente della Cei Matteo Zuppi, intervenendo con una nota di cordoglio per la morte di Alessandra Matteuzzi. Per il cardinale “occorre comprendere e ritrovare il vero significato del legame uomo-donna, fatto di reciprocità, dono di sé, progettualità condivisa, mutuo sostegno, rispetto. L’amore è vita e non può mai diventare violenza, persecuzione e morte”. L’Arcivescovo riprende anche le parole di Papa Francesco che recentemente “ha esortato a impegnarsi ancor più per far crescere la cultura del rispetto di ogni persona e la cura delle relazioni nei vari ambiti della società, per promuovere la famiglia e proteggere le donne, sottolineando che ‘ferire una donna è oltraggiare Dio, che da una donna ha preso l’umanità'”.
(ANSA).

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