Film troppo lunghi, ridateci l’intervallo: così il pubblico insorge contro i titoli-monstre

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NEW YORK – Hollywood sta prendendo una nuova piega. Ed è lunga. Molto lunga. Negli ultimi quattordici anni sono stati prodotti otto film che durano più di tre ore. Di questi, quattro sono usciti soltanto negli ultimi dodici mesi. Il primo è stato Avatar: la via dell’acqua, tre ore e dodici minuti; poi Babylon, tre ore e otto. Il terzo è stato Oppenheimer, che racconta la nascita della bomba atomica, lungo tre ore. Poi è uscito Killers of the Flower Moon, di Martin Scorsese, che dura tre ore e ventisei minuti. Con questi numeri allo spettatore non viene più chiesto solo di guardare un film, ma di essere fisicamente e mentalmente pronto a reggere un test così lungo.

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Una volta la lunghezza accettabile era considerata quella tra i novanta e i centoventi minuti. Ora si aggiunge un’ora. Il punto, come ha sottolineato il Wall Street Journal, è che molti cominciano a pensare che forse negli Stati Uniti dovrebbe essere reintrodotto l’intervallo. Una pausa, per ovvii motivi, diventa necessaria. Gordon Matlock, manager californiano, ha confessato al quotidiano finanziario newyorkese di aver dovuto prendere un paio di break durante la proiezione del film di Scorsese. “Ho 59 anni – ha ammesso – molte cose nel mio corpo sono cambiate”. Ma in questo modo ha dovuto perdere alcune scene importanti, e non solo per il motivo a cui avete pensato: voleva bere. “Ho bisogno di idratarmi”, ha precisato. E poi ci sono quelli che soffrono di mal di schiena, e chi ha bisogno di alzarsi e sgranchire le gambe per la circolazione. Agli spettatori anziani non volete pensare?

Ma introdurre un intervallo non è più facile come una volta, almeno negli Stati Uniti. Quando i proprietari delle sale americane firmano un contratto con i distributori di un film, si impegnano a non alterare il contenuto originale. Inserire un intervallo e spezzare il film in due parti rientra alla voce “alterare il contenuto originale”. Al cinema The Lyric, a Fort Collins, Colorado, hanno deciso di aggiungere una pausa di otto minuti al film di Scorsese. Il provvedimento era stato preso dopo che molti spettatori avevano chiesto di fermare le macchine. Ma la novità è durata lo spazio di un weekend. I produttori hanno minacciato cause. La stessa cosa, racconta il Wsj, è successa in Europa nelle sale della catena Vue. Nel Regno Unito avevano inserito una pausa di dieci minuti, prima che arrivasse l’ordine di fermarsi.

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In Italia i proprietari di cinema non sono legati allo stesso tipo di contratto dei Paesi anglosassoni. Killers of the Flower Moon, nel caso ve lo foste chiesto, è distribuito da Paramount Pictures e Apple Tv+. E’ un problema fisico ma anche estetico. Molti appassionati non sono disposti a perdersi una scena, ma altrettanti ricordano l’agonia nel seguire tutto il King Kong del 2005, lungo tre ore e ventuno minuti. E lo stesso vale per chi ha assistito a Avatar: la via dell’acqua, e Babylon, con Brad Pitt, o all’indiano RRR, tre ore e sette minuti, che ha vinto all’inizio dell’anno l’Oscar per la migliore canzone originale.

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Si parla di film che che, se fossero ancora pellicole, a srotolarle tutte supererebbero i quindici chilometri di lunghezza. Alcuni blogger hanno cominciato a fornire consigli a chi si appresta ad andare a vedere un film maratona: non bevete, e tantomeno roba gassata. “Bere – ha commentato uno degli intervistati – è il bacio della morte”, tra l’altro titolo di un film del ’47, la cui durata era un’ora e 39 minuti. Un corto, al confronto.

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