Fine del Terzo polo, Renzi: “Un errore rompere, lo ha voluto Calenda: noi abbiamo la coscienza pulita”

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“È stata una decisione unilaterale di Calenda, che rispetto ma non condivido. È andata così ma non ci possiamo rimproverare niente. Abbiamo fatto di tutto e abbiamo la coscienza pulita”. A parlare oggi per primo è Matteo Renzi. Interviene a Radio Leopolda, racconta la sua versione e non si dà colpe del fallimento del progetto di partito unico del Terzo Polo, “definitivamente morto”, come ha detto ieri Carlo Calenda: “Io di più non potevo fare – dice il elader di italia viva – non c’è una motivazione politica per questa rottura. È andata come è andata, noi abbiamo fatto di tutto per non far saltare il giochino ma oggi ci sentiamo dire che il partito unico è morto senza avere nemmeno il buon gusto di fare una riunione”.

Resta l’amarezza, “dei militanti è anche la mia – continua Renzi – se ci fosse stato un motivo politico per rompere ce ne saremmo fatti una ragione. Con Azione abbiamo avuto due linee diverse sul Conte due. Ma io non voglio più fare polemiche, ieri ho fatto solo un tweet, ho dimostrato in questi mesi di dare la massima disponibilità. Io di più non potevo fare, non c’è una motivazione politica per questa rottura. Carlo ha deciso di convocare una riunione, sfissarla, farci sapere via stampa che il partito unico era morto, direi che è inutile adesso rinfacciarsi le responsabilità, parliamo di futuro. Calenda non vuol fare il partito unico, è un errore e una scelta unilaterale”, continua l’ex premier.

Un errore la frattura ma “non è la fine del mondo, si riparte e cercheremo di lavorare insieme senza rilanciare sulle polemiche. Ho visto polemiche su di me da chi alla Leopolda è politicamente cresciuto e voleva rinviare la Leopolda. Perchè bisogna dire di no a uno spazio bello?”, chiede il leader di Iv. Che parla dei due motivi principali che hanno portato al divorzio con Azione. Oltre alla Leopolda, l’altra questione delicata sono stati i soldi. “Noi abbiamo dato la disponibilità a fare 50 e 50, come abbiamo fatto sui manifesti di Calenda in Friuli. Italia Viva anche in quella campagna ha messo decine di migliaia di euro per promuovere il volto di Calenda. Abbiamo anche dato la disponibilità a sciogliere il partito il 30 ottobre. Le proposte di Azione e quelle di Italia viva dimostrano che non c’era nessun motivo per rompere”, aggiunge.

Renzi ci tiene a precisare, all’indomani della fine del partito unico, che Iv è “aperta a qualsiasi tipo di collaborazione, anche con Azione, nei territori non dobbiamo fare nessun fallo di reazione, nei gruppi parlamentari andiamo avanti insieme, cerchiamo di fare tutto tranne i falli di reazione. No alle polemiche, nelle prossime settimane rilanceremo alcune iniziative e le nostre porte sono aperte ai liberali, popolari, liste civiche, +Europa. Noi dobbiamo lavorare insieme”.

Questione Il Riformista. Prima di Pasqua l’annuncio improvviso del nuovo incarico come direttore editoriale del quotidiano, poi la scelta dell’ex deputato di Forza Italia Andrea Ruggieri, come suo braccio destro, ora Renzi spiega: “Calenda aveva l’idea di fare il giornale del Terzo Polo, io ho detto ‘no’, il Riformista è uno spazio di libertà” che si rivolge anche agli “elettori del Pd come agli amministratori della Lega. Un problema un parlamentare che fa il direttore? – chiede il leader di Iv – È sempre stato così, l’ha fatto Mattarella molto più autorevolmente di me, l’ha fatto D’Alema e qui non mi sento di dire altrettanto autorevolmente, lo hanno fatto Craxi, Nenni. È una tradizione italiana quella di avere leader politici che alimentano il dibattito sui giornali, fin dai tempi di Ricasoli. Anche Spadolini è stato direttore di giornale”, conclude.

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