Firenze, Verdini esce da Rebibbia e va ai domiciliari

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Torna a casa Denis Verdini, ex parlamentare ed ex presidente del Credito Cooperativo Fiorentino, la banca per il cui crac è stato condannato in via definitiva dalla Cassazione il 3 novembre scorso a 6 anni e 6 mesi. Si tratta, in base a quanto si apprende, di un detenzione domiciliare provvisoria in quanto il regime carcerario con l’emergenza Covid non è compatibile con le condizioni di salute dell’ex senatore. Verdini andrà ai domiciliari nella villa di Pian dei Giullari, sulle colline di Firenze.

Ecco la motivazione ufficiale della scarcerazione.  “La direzione sanitaria dell’istituto di detenzione ha inviato recente relazione dalla quale emerge che Verdini è affetto da pluripatologie e necessita di costanti contatti con presidi sanitari non assicurabili in tempi brevi, anche a causa dell’emergenza epidemiologica Covid 19”. E’ quanto scrive il Tribunale di Sorveglianza di Roma nel decreto con cui ha disposto in via provvisoria gli arresti domiciliari.

Pertanto “la direzione sanitaria del carcere evidenzia allo stato l’incompatibilità delle condizioni di salute del detenuto con il regime carcerario, in quanto queste sono suscettibili di ‘peggioramanto improvviso ed imprevedibile per le pluripatologie evidenziate, pertanto poiche’ vi sono focolai di infezione Sars Covid 2 vi è un elevato rischio di contagio e in caso di infezione da covid, il paziente potrebbe essere ricoverato in reparto di terapia intensiva con prognosi quoad vitam'”. Un quadro confermato anche dalla documentazione prodotta dalla difesa. Nel provvedimento si spiega, inoltre, che “in considerazione dei gravi reati in espiazione e del lontano fine pena, appare opportuno disporre la detenzione domiciliare, misura questa che consentirà all’interessato di espiare la pena e nel contempo assicurare le necessarie cure e trattamenti per le patologie da cui è affetto, cosi contemperando esigenze di prevenzione sociale e tutela del suo diritto alla salute sino alla decisione del tribunale di sorveglianza (peraltro tra pochi mesi, al compimento del 70esimo anno di età, il condannato potrebbe beneficiare comunque della misura della detenzione domiciliare)”.

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