Fiumicino in tilt: gli aerei Alitalia ripartono, ma nella stiva ci sono i bagagli del volo precedente

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Dipendenti in stato di agitazione, bagagli e aerei Alitalia che ripartono dopo aver sbarcato i passeggeri ma con le valigie ancora in stiva: è successo negli ultimi tre giorni di passione e assemblee sindacali, ed è solo l’inizio del caos Alitalia. La denuncia arriva dai passeggeri ed è confermata da più fonti sindacali: Ugl, Cisl e Cub.

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“Sono molti gli aerei che sono ripartiti senza scaricare i bagagli facendo scalo – spiega Antonio Amoroso segretario nazionale della sigla sindacale Cub Trasporti – magari non hanno imbarcato i bagagli della nuova tratta. Il riconcilio avviene nei giorni successivi”. Non dovrebbe accadere ma secondo sindacati e passeggeri è successo almeno in due tratte, nei voli con destinazione Fiumicino provenienti da Palermo e Olbia: gli aerei atterrano, i passeggeri sbarcano a terra, il velivolo aspetta circa un’ora, le valigie non vengono scaricate, l’aereo imbarca altri passeggeri e riparte. Con i bagagli dei precedenti voli ancora in stiva.

“È possibile che non siano riusciti a scaricare i bagagli – spiega Stefania Fabbri segretaria regionale Fit Cisl – lo stato di agitazione era prevedibile e si tenta il tutto per tutto per salvare i posti di lavoro e avere garanzie per il futuro”. La conferma arriva anche da un passeggero sbarcato venerdì sera a Fiumicino da Olbia con volo Alitalia.

“Sono sbarcato alle 17.30, siamo scesi a prendere i bagagli ed era tutto spento, una signora ci ha fatto luce con le torce – racconta il passeggero Bartolo Furgiuele – eravamo tutti accalcati, senza aria condizionata, c’era chi urlava, era un girone dantesco, il lost and found di Alitalia preso d’assalto. Cominciamo a chiedere dove fossero i bagagli, a voce ci dicono che non sarebbero arrivati e che dal giorno prima non erano stati scaricati dagli aerei. Una signora mi racconta che stava cercando il suo bagaglio da ieri: gli addetti Alitalia confermano che in quel momento stavano scaricando dagli aerei le valigie del giorno prima. Chiedo se quindi gli aerei erano ripartiti con i bagagli nelle stive e cerco di parlare con i finanzieri, ma c’erano migliaia di persone: un girone dantesco. Arriva una addetta Alitalia e dice a chi abita a Roma di lasciare nome e cognome e ritornare in aeroporto il giorno dopo a prendere le valigie. E così abbiamo fatto”.

Un caos che potrebbe essere solo l’inizio dell’epilogo di Alitalia. Tutto questo è dovuto allo stato di agitazione dei dipendenti che chiedono al governo garanzie per il lavoro o quantomeno per gli ammortizzatori sociali, ora che sta nascendo la nuova compagnia Ita. Secondo quanto riferiscono i sindacati, mercoledì 8 settembre i dirigenti della nuova azienda avevano chiuso improvvisamente il tavolo delle trattative senza il loro consenso. Che ora, visto il caos in aeroporto, sono stati richiamati dal governo.

“Ci aspettiamo che ora riparta un negoziato vero per la cassa integrazione e per avere garanzie per i lavoratori nel nuovo progetto”, spiega Francesco Alfonsi segretario nazionale Ugl Trasporto aereo. Il clima è di attesa, ma il passaggio da Alitalia a Ita non sarà indolore. “Il governo non si pronuncia sugli ammortizzatori sociali – spiega Antonio Amoroso segretario nazionale della sigla sindacale Cub Trasporti – i lavoratori devono difendersi dal piano di Ita che prevede licenziamenti e smembramento. Nulla si sa di cosa succederà per handling, manutenzioni, livelli occupazionali e contratti”.

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