Foggia, si addormentano con il braciere acceso: muoiono un uomo e una donna in una baracca di Borgo Mezzanone

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FOGGIA – Il freddo artico che nelle ultime ore sta sferzando tutto il Paese è ancora più pungente nelle baracche di plastica e lamiere in cui provano a sopravvivere i migranti nelle campagne del Foggiano. La notte tra domenica e lunedì la pioggia e il vento non hanno dato tregua alla Puglia. E a Borgo Mezzanone, in uno degli insediamenti abusivi che vengono chiamati ‘ghetti’, due giovani africani, un uomo e una donna, hanno provato a riscaldarsi con un braciere realizzato con materiali di fortuna. Bruciando quello che sono riusciti a trovare. Quando si sono addormentati, però, non si sono accorti che le esalazioni di monossido di carbonio li stavano uccidendo e sono morti nel sonno.

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Non è la prima volta che accade. Nel 2019, nella stessa baraccopoli, altri due migranti furono uccisi dalle esalazioni di monossido di carbonio prodotte da un braciere: erano il nigeriano Emmanuel e la camerunense Elvis. A Borgo Mezzanone vivono stabilmente circa 1.500 stranieri che lavorano in agricoltura, nella maggioranza dei casi reclutati da ‘caporali’, sottopagati e costretti a turni di 12-14 ore al giorno, soprattutto d’estate con il caldo torrido che peggiora la situazione.

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Coldiretti ricorda che in Puglia è “ottenuto da mani straniere più di un quarto del made in Italy a tavola, con oltre 38mila lavoratori che forniscono il 22,4% del totale delle giornate di lavoro: solo nella provincia di Foggia si contano oltre 973mila giornate di lavoro fornite da lavoratori stagionali stranieri”. Per questo l’associazione invita a “tirare fuori dall’invisibilità queste persone”. Un obiettivo per raggiungere il quale, spiega il segretario della la Fai Cisl, Onofrio Rota, occorre che “governo e regioni si attivino immediatamente per utilizzare in maniera concertata i 200 milioni stanziati tramite Pnrr, finalizzati ad alloggi dignitosi per i lavoratori agricoli, per superare definitivamente la politica delle baraccopoli dove vivono almeno 10mila braccianti.

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Non è degno di un Paese civile ghettizzare i lavoratori immigrati e giustificare l’esistenza delle baraccopoli lasciando che diventino centri informali di intermediazione per reclutare braccianti”. Per il segretario della Flai Cgil, Giovanni Mininni, “a Borgo Mezzanone si continua a morire nella colpevole indifferenza di istituzioni, politica, ma anche di una intera società per cui è più comodo girarsi dall’altra parte. Oggi, invece di pensare a politiche di accoglienza e integrazione, si ragiona su come far circumnavigare l’Italia alle navi delle Ong colpevoli di salvare vite”.

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