Francesco De Gregori, la playlist è greatest

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Alice
Canzone perfetta, pubblicata quando De Gregori aveva solo ventidue anni, una storia che contiene tante altre storie, alcune vere, altre meno, perfettamente incastonate in una collana fatta di pura bellezza. E comunque Alice, dopo 47 anni, ancora non lo sa.

De Gregori live nel Music Corner

Niente da capire
All’epoca, 1974, il pubblico e la critica si divisero in tre scuole di pensiero. Da una parte c’erano quelli che pensavano che il brano, incomprensibile ai più, fosse un esercizio, inutile, di stile letterario, di vanagloriosa poesia poco collegata con la realtà e l’impegno sociale e politico del mondo giovanile. Dall’altra parte c’era chi, invece, lodava la libertà creativa di un cantautore non più legato ad altro che alla propria ispirazione e alle proprie immagini. In mezzo tutti gli altri, magari un po’ confusi dal testo, ma sostanzialmente contenti di ascoltarlo. Oggi possiamo dire che Niente da capire è meravigliosamente enigmatica, ha ispirato chi l’ascoltò all’epoca ad essere più visionario e chi l’ascolta oggi a liberare la fantasia.

Francesco De Gregori: i poeti, che brutte creature

Rimmel
Vogliamo usare il sostantivo “capolavoro” e non pensarci più? Certo, il problema con De Gregori è che la definizione di “capolavoro” dovremmo usarla per tutti i brani di questa playlist e per molti altri ancora. Rimmel, però, è forse più capolavoro di altre, perché è riuscita a mettere insieme la grandezza della scrittura del cantautore con una incredibile popolarità. La canzone nel 1975 restò 60 settimane in classifica. E all’epoca i dischi si compravano e la musica non si ascoltava con un abbonamento.

Bufalo Bill
Due canzoni in una, una sorta di breve “suite”, attorno alla storia e al mito di Buffalo Bill. Un grande omaggio alla musica americana, un gioiello ispirato da un quadro di Otto Dix, per il quale condivideva una passione con Lucio Dalla. La si può ascoltare una volta dopo l’altra senza stancarsene mai, scoprendo ogni volta una nuova sfumatura. Provateci, se avete tempo.

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Generale
Un riff di pianoforte, quattro note, che aprono una canzone indimenticabile. Un po’ come i riff degli Stones o dei Kinks, anche se qui siamo nel pieno di una delle più belle ballate mai scritte nel nostro paese. Storia e sentimento, antimilitarismo e poesia (si, poesia), amore e pace, tenute insieme in una bella, bellissima melodia di stampo popolare. Non ce ne voglia Vasco Rossi, ma l’originale è insuperabile.

La leva calcistica del 1968
L’invito a Nino, che non deve aver paura a tirare il calcio di rigore perché “non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore” resta un bellissimo insegnamento, non molto seguito in verità, per ogni essere umano. Coraggio, altruismo e fantasia, sono tre doti delle quali non solo Nino, ma ognuno di noi, non dovrebbe fare a meno. Come, obbiettivamente, non si può fare a meno di una canzone come questa, capace di raddrizzare anche una giornata assai storta.

MUSICA

Francesco De Gregori: “Ecco perché ho ‘dylaniato’ la mia ‘Buonanotte fiorellino'”

La donna cannone
Va bene, la definizione di “capolavoro” l’abbiamo già usata ma, francamente, non c’è canzone che lo meriti di più. Anni orsono un referendum popolar-televisivo decretò Piccolo grande amore come “canzone del secolo” italiana. Ci sia consentito dirlo: mai fu fatto errore più clamoroso, essendo La donna cannone, senza dubbio alcuno, meritevole di essere definita tale. Ineccepibile costruzione melodica, commovente ed emozionante ad ogni ascolto, sorprendente e mai ovvia, cantabile eppure imprevedibile. Un “capolavoro”, insomma.

Titanic
Ancora una volta una ballata popolare, per raccontare, usando la metafora del viaggio sul Titanic, le differenze di classe, i sogni e le speranze di tante persone, l’imprevedibilità degli eventi, l’ineluttabile destino di una società che bada alle apparenze ma non alla sostanza dei problemi. Una delle più belle canzoni “politiche” dell’intero repertorio di De Gregori. E volendo si può persino ballare.

Abu Dhabi, De Gregori canta “La storia siamo noi” con Tardelli e Paolo Rossi

La storia
Proponiamo, sommessamente, di inserire il testo di La storia nei libri di testo degli studenti delle scuole superiori italiane. Potremmo ottenere alcuni rilevanti risultati: quello di far comprendere meglio il processo storico, quello di invitare gli adolescenti ad ascoltare le canzoni in un modo diverso, quello di introdurre in maniera non noiosa lo studio dell’educazione civica. E’ una canzone contro il qualunquismo, che non muore mai.

Fausto Leali, ‘Sempre e per sempre’ è con Francesco De Gregori

Sempre e per sempre
In un magnifico film di Francois Truffaut, Baci rubati, c’è una scena bellissima, in cui uno sconosciuto si manifesta a una ragazza dicendole: “Signorina, so di non essere uno sconosciuto per Lei. L’ho osservata a lungo senza che Lei se ne accorgesse. Ma da qualche giorno non cerco più di nascondermi: so che è arrivato il momento, ecco. Prima di vedere Lei non ho mai amato nessuno. Detesto il provvisorio, conosco bene la vita: so che tutti sempre tradiscono tutti. Ma tra noi sarà diverso: noi saremo un esempio. Non ci lasceremo mai, neppure per un’ora. Io non lavoro, non ho impegni nella vita: Lei sarà la mia sola preoccupazione. Io capisco che tutto questo è troppo improvviso perché dica subito di sì, e che prima voglia rompere dei vincoli provvisori che La legano a delle persone provvisorie. Ma io sono definitivo”. Non sappiamo se De Gregori avesse in mente Truffaut quando scrisse Sempre e per sempre, di certo il sentimento d’amore, definitivo, che racconta è lo stesso. Bellissimo, perché l’amore vero esiste.

Cosa sarà
Nella vita molte cose sono e restano incomprensibili. C’è chi ci si danna, chi studia per comprenderle. L’elenco di quelle che amiamo non capire e che ci fanno essere vivi è tra le righe di questo gioiellino firmato da Dalla e De Gregori.

Bellamore
L’immagine della poltroncina a forma di fiore, sulla quale che ci si può sedere, riposare, coprire e riscaldare, è una delle più belle dell’intero canzoniere di De Gregori. Ognuno dovrebbe averne una, dove sedersi ad ascoltare una canzone d’amore così bella.

De Gregori: “Al tempo dello streaming il piacere è riconnettersi dal vivo”

Mondo politico
Non l’ha scritta De Gregori, in teoria, è un brano di Bob Dylan che De Gregori ha tradotto. Ma, se la leggete bene, è molto di più di una traduzione. Il testo di Dylan è bellissimo, la versione di De Gregori lo è altrettanto.

Il canto delle sirene
Anche in questo caso, come in molti altri, c’entra Dylan, più che altro il suo “modo di fare le cose”, che ha ispirato De Gregori per una delle sue canzoni più belle e poetiche, capace di tenere insieme il sentimento e la ragione, Ulisse e Dante, la tradizione e la modernità.

Francesco De Gregori: “La storia siete voi. Viva l’Italia che non ha paura”

Viva l’Italia
Poche canzoni sono riuscite a raccontare l’Italia come c’è riuscita questa. C’è “L’Italia metà giardino e metà galera”, quella “metà dovere e metà fortuna”, quella dimenticata e quella da dimenticare, immagini splendide e dure che sintetizzano forse la natura stessa del nostro Paese. Ma c’è anche l’amore per l’Italia “tutta intera”, per l’Italia che resiste, per quella che lavora, non ha paura e non muore. Un inno alternativo, ma ragionevole, ricco di splendore e dolore.

Atlantide
Sono passati 45 anni da quando su Bufalo Bill comparve questa canzone. E il tempo non l’ha minimamente toccata, è rimasta splendida, emozionante, originale. Possiamo dire ancora una volta “capolavoro”?

Battere e levare
Alle volte, basta solo una voce e una chitarra. Non serve altro.

La playlist

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