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Francesco Gaetano Caltagirone si è dimesso da Generali

Francesco Gaetano Caltagirone si dimette dal consiglio di amministrazione di Generali, di cui è vice presidente. L’imprenditore fa un passo indietro per portare avanti la sua battaglia per la riforma delle governance della prima assicurazione italiana. Essendo il secondo azionista dopo Mediobanca (che ha il 12,9% con opzioni di voto fino al 17,2%), con una quota dell’8,2% del Leone, Caltagirone onde evitare possibili conflitti di interessi proseguirà la sua battaglia per il rinnovo del cda di Trieste dall’esterno. Non sarebbe una rese alle armi quindi, ma al contrario una strategia per meglio difendere le sue argomentazioni spesso critiche, con l’attuale gestione guidata da Philippe Donnet. Caltagirone la scorsa assemblea non ha depositato le sue azioni per votare il bilancio, un grande atto di sfiducia nei confronti della compagnia di cui da anni è azionista nonché vice presidente. E così in vista della scadenza dell’attuale consiglio, che dovrà essere rinnovato il prossimo 29 aprile, l’imprenditore che è anche parte del comitato nomine e remunerazione che dovrà stilare la prima lista del management del gruppo del Leone ha preferito fare un passo indietro.

Lo scorso autunno la frattura fra Caltagirone, insieme ad alcuni soci storici come Leonardo del Vecchio e la fondazione Crt, e Mediobanca, è stata suggellata da un patto di consultazione che ha il 16% del gruppo, che si appresta a presentare una sua lista per il rinnovo del board, alternativa a quella del management guidato da Philippe Donnet e sostenuta da Mediobanca e dalle famiglie Boroli-Drago (socie all’1,4%, ma pronte a uscire dalle Generali nel breve termine).

Nessun altro azionista del patto di Generali è presente in consiglio, probabilmente in vista di una battaglia che si preannuncia all’ultimo voto Caltagirone avrà preferito togliere gli altri membri del consiglio di amministrazione dall’imbarazzo e fare la propria battaglia al di fuori del cda, per dare vita e supportare una lista alternativa e credibile, che a sua volta si farà promotrice di un piano industriale alternativo a quello presentato da Donnet agli investitori lo scorso 15 dicembre.

(news in aggiornamento)



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