Frontalieri, stop allo smart working per chi lavora in Svizzera

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MILANO – Frontalieri tra Italia e Svizzera impossibilitati a fare lo smart working a meno di perdere la possibilità di vedere i propri redditi tassati esclusivamente in Svizzera. E’ quel che accadrà, salvo correttivi o intese dell’ultimo minuto, dal 1° di febbraio alla luce della risposta che l’Agenzia delle Entrate ha dato a un contribuente che l’ha interrogata per capire come comportarsi.

L’interpello, la cui risposta è stata pubblicata lo scorso 26 gennaio, riguarda un contribuente che lavora presso un cantone svizzero di frontiera e ha la possibilità di svolgere il 25% del suo lavoro da casa, in Italia. Il problema si presenta al venire meno dell’accordo che Italia e Confederazione hanno stretto in via amichevole all’apice della pandemia, nel giugno del 2020, e che per l’appunto finisce il 31 gennaio.

Secondo le Entrate, alla fine di questa fase straordinaria e derogatoria torneranno in vigore le regole previste dall’accordo contro le doppie imposizioni. Nel testo dell’Agenzia si legge che “devono essere riconosciuti quali lavoratori frontalieri esclusivamente quei lavoratori dipendenti che sono residenti in Italia e che quotidianamente si recano all’estero in zone di frontiera o Paesi limitrofi per svolgere la prestazione lavorativa. Da ciò consegue che una delle condizioni necessarie,  secondo la prassi dell’Agenzia delle Entrate, al fine di essere considerato un lavoratore frontaliero, è costituita dalla circostanza che il lavoratore si rechi ”quotidianamente” in Svizzera per svolgere la propria attività, ossia che il dipendente si rechi nella Confederazione Elvetica in tutti i giorni lavorativi”. Finita la fase emergenziale, dunque, c’è anche lo stop allo smart dei frontalieri.

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In sostanza, nel caso specifico del contribuente che ha fatto l’interpello, la porzione di reddito (tre quarti) maturata in Svizzera dovrebbe esser assoggettata a transazione concorrente tra Italia e Svizzera e l’eventuale doppia imposizione sarà eliminata in Italia, mentre la quota di reddito (un quarto) percepita a fronte dell’attività lavorativa svolta in Italia dovrà esser assoggettata a imposizione esclusiva nel nostro Paese. In ogni caso, tutto il reddito dovrà esser riportato nelle dichiarazioni dei redditi italiane.

La scorsa settimana Toni Ricciardi, deputato Pd eletto in Europa, “insieme insieme ai colleghi Laus, Gribaudo, Braga e Quartapelle” ha interrogato “urgentemente il Ministero degli affari esteri per sapere come intenda tutelare i lavoratori frontalieri con la Svizzera che dal 1 febbraio 2023 non potranno più beneficiare dello smart working”. “Abbiamo chiesto – ha reso noto – come intenda intervenire per consentire un’ulteriore proroga almeno fino al prossimo giugno 2023 in attesa dei nuovi regolamenti, previsti dalla UE, finalizzati ad accordi bilaterali, in maniera da tutelare adeguatamente la peculiare condizione di questi lavoratori, risolvendo anche i profili di criticità previdenziale e fiscale. Il governo ha aperto alla possibilità di prorogare tale disciplina rimandano alla ratifica del nuovo Accordo tra Italia e Confederazione Svizzera per apportare modifiche o integrazioni allo strumento del telelavoro”. Il problema è “che stiamo aspettando la ratifica di questo accordo da più di due anni. L’esecutivo cosa intende fare?”. Per Ricciardi, lo spiraglo “consiste nella deroga ai criteri della legislazione previdenziale applicabile attraverso la stipula di un apposito accordo ai sensi dell’art.16 del Regolamento 883/2004. Mi aspetto che ci si impegni in questa direzione e che le parole del governo non restino proclami vuoti. Occorre pragmatismo e velocità”.

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Domenica, invece, il ministro Giancarlo Giorgetti, intervenendo a una iniziativa elettorale per le Regionali lombarde, ha detto: “Dobbiamo trovare formule che permettano di ripristinare una condizione di competitività. La formula sulla quale stiamo lavorando, premio di confine, vuole utilizzare le risorse che arrivano dalla Svizzera per ridurre il carico fiscale e contributivo per coloro che continuano a lavorare sul nostro territorio. Ho avuto occasione di visitare aziende di eccellenza anche dal punto di vista tecnologico. Questa è la nuova sfida”.

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