Frutta e verdura brutta ma buona, arriva la start up antispreco per recuperarle

Pubblicità
Pubblicità

Brutte, fuori misura e con qualche difetto di buccia. Zucchine, carote, insalata, mele e pere adesso piacciono anche se sono imperfette e malfatte. E’ il nuovo trend in tema di acquisti di frutta e verdura. La nuova moda guarda all’ambiente e alla sostenibilità ma a convincere è anche il prezzo più basso per chi è disposto a rinunciare alla perfezione in padella. 

La novità è stata lanciata nel nostro Paese da Babaco Market, e-commerce di frutta e verdura 100% made in Italy. L’idea è piaciuta, tanto che la società mostra numeri in forte crescita. Adesso punta sull’espansione e sta già pensando a nuove iniziative. 

La formula è molto semplice: “salvare” i prodotti “brutti ma buoni”, che non possono essere introdotti nella grande distribuzione per questioni estetiche oppure perché non rispettano le normative Ue. L’obiettivo di Babaco Market, che è stata fondata nel maggio 2020 a Milano dal 33enne Francesco Giberti (Ceo), è doppio: da un lato c’è la voglia di costruire una filiera di e-commerce virtuosa che possa portare a domicilio frutta e verdura di stagione (con mezzi in gran parte green). Dall’altro lato, c’è la volontà di sostenere il comparto agricolo italiano che in questo modo riesce a salvare parte della propria produzione.

Dal Banco alimentare appello alle imprese: “Donateci il cibo invenduto”

La proposta non si ferma però soltanto a frutta e verdura. «Abbiamo pensato a un’evoluzione del servizio – racconta Francesca Mori, marketing manager di Babaco Market -. Adesso stiamo iniziando a introdurre anche il recupero di altri prodotti, che non sono frutta e verdura, ma che partono da una base vegetale come, per esempio, i succhi e l’olio d’oliva». La logica è sempre quella dell’anti-spreco. Per fare un esempio, in questo momento Babaco sta “salvando” un olio d’oliva siciliano. Il prodotto da “salvare” è di grandissima qualità (l’azienda che lo produce ha vinto diversi premi internazionali) ma ha una scadenza relativamente ravvicinata (marzo 2022) e per questo viene scartato dalla grande distribuzione. E’ un primo passo. Altri ancora arriveranno.

Intanto Babaco sta crescendo a gran velocità: nel solo primo anno di vita la società ha messo insieme oltre 20mila utenti attivi e adesso prosegue nell’avanzata con numeri a doppia cifra. «Da agosto ad oggi abbiamo segnato un incremento della base utenti che è stata del 36%» racconta Francesca Mori. 

Ad attrarre è sicuramente anche il prezzo competitivo proposto. Le Box Babaco hanno un costo che in media è inferiore del 30% rispetto alle proposte di mercato. Così in poco tempo, l’e-commerce dei “brutti ma buoni” ha allargato la propria attività: dopo il via a Milano Babaco è sbarcata anche nell’hinterland milanese con Monza e la Brianza. Da fine agosto il servizio è attivo anche a Torino. I Comuni serviti sono 60 in tutto ma nei prossimi mesi saranno avviate anche altre città: nel corso del 2022 è previsto il lancio del servizio anche in altre aree della Lombardia come Bergamo e Brescia oltre all’estensione all’hinterland di Milano e di Torino. «Il grande obiettivo dell’anno prossimo è di aprire in Emilia Romagna con città come Bologna e Reggio Emilia» dice Francesca Mori. 

“Why Waste?”, tutti sprechiamo cibo. Ma ecco le differenze fra Italia e resto del mondo

I risultati ci sono anche per l’ambiente: la società in un anno dal lancio ha salvato 140 tonnellate di frutta e verdura dallo spreco risparmiando 350 tonnellate di CO2 al nostro Pianeta

Ogni settimana Babaco pubblica sul proprio sito l’elenco dei prodotti salvati dalla pattumiera. Con tanto di nomi dei produttori e con la lista dei difetti. Per fare qualche esempio, tra le proposte in Box c’è il cespo di insalata troppo grande oppure le arance e le carote con calibri fuori norma così come i melograni con la buccia scolorita e le barbabietole con difetti di forma. La lista è lunga ed elenca gli sprechi che ogni giorno caratterizza la spesa di frutta e verdura.

Takeve: al via il primo delivery totalmente al femminile

Quella di Babaco è una missione anti-spreco, ma anche di sostegno concreto e attivo alla filiera agroalimentare. Tra i quasi 100 produttori con cui collabora, oltre a realtà strutturate e consolidate come la Società Agricola C.O.P.A. (Lazio) sede in Canino o Agribologna (Emilia Romagna), per i quali Babaco Market si impegna a recuperare prodotti con imperfezioni estetiche che andrebbero sprecati perché rifiutati dai canali distributivi tradizionali, ci sono piccole aziende agricole che coltivano prodotti rari o poco diffusi come il Rabarbaro prodotto da Res Naturae (Lombardia) o imprese emergenti per le quali il contributo di Babaco Market pesa quasi il 50% del fatturato, come l’azienda agricola G&M dei Fratelli Buccheri (Sicilia).

Pubblicità

Pubblicità

Go to Source

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *