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Ft: “Italia anello debole con la politica aggressiva Bce”. Ma la fragilità può essere un assist per le colombe

BERLINO  – Era prevedibile che l’Italia sarebbe tornata al centro delle preoccupazioni degli investitori. La scorsa settimana i rendimenti sui decennali italiani sono saliti al 4,6%, il quadruplo rispetto a un anno fa. E il differenziale con il “porto sicuro” tra i bond europei, quelli tedeschi, si è allargato oltre due punti. Il Financial Times definisce oggi il nostro Paese “l’anello debole” dell’Eurozona, in quanto più esposto a una nuova crisi del debito a causa della postura aggressiva della Bce. Ma gli stessi analisti interpellati dal quotidiano britannico che lanciano l’allarme su un Paese afflitto da un debito che supera il 145% del Pil e su un onere che aumenterà ancora, visto l’atteggiamento di Francoforte, avvertono che i guardiani dell’euro rischiano di sottostimare gli effetti devastanti dei rialzi dei tassi di interesse sulla recessione in arrivo. E scommettono anche sul fatto che eventuali tensioni sull’Italia e sui partner più fragili possano spingere la Bce a più miti consigli.

Oltretutto, in questi giorni un’ombra gigantesca si sta allungando sulle prospettive economiche dell’Europa: la Cina non sembra in grado di governare la nuova ondata di contagi. La direttrice generale del Fondo monetario internazionale, Kristalina Georgieva, ha sottolineato che metà dell’Unione europea potrebbe subire dunque una contrazione del Pil, nell’anno appena iniziato. Gli economisti del FT pensano che la Bce smetterà di aumentare il costo del denaro entro i prossimi sei mesi e due terzi pensano persino che ricomincerà a tagliare i tassi dall’anno prossimo, per risollevare l’economia insabbiata.

Ma intanto uno dei falchi della Bce, l’olandese Klaas Knot, ha voluto mandare un messaggio chiaro ai mercati. Sul fronte della lotta all’inflazione, ha detto nei giorni scorsi al Financial Times, “il rischio di fare troppo poco è ancora il rischio peggiore”. Knot ha promesso dunque un robusto rialzo del costo del denaro anche nei prossimi mesi. Ma i guardiani dell’euro sono spaccati sull’atteggiamento da tenere in un quadro di stagflazione, ossia di inflazione alta in una fase di debolezza economica.

Al momento sembrano prevalere gli umori dei falchi, come dimostra l’ultima riunione a dicembre della Bce, dove l’aggressività verbale della presidente della Bce, Christine Lagarde, ha mandato a picco i mercati e fatto schizzare i rendimenti dei titoli dei Paesi più fragili, anzitutto quelli italiani. Ma chissà che l’atteggiamento non cambi, alla luce di un rapido deterioramento dell’economia e di una situazione sui mercati che potrebbe cominciare a diventare insostenibile per Paesi come l’Italia.



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