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Fukushima, in primavera il Giappone rilascerà l’acqua contaminata in mare

Il governo giapponese ha confermato che il rilascio dell’acqua contaminata nell’oceano dall’impianto nucleare di Fukushima Daiichi, inizierà probabilmente in primavera, o al massimo in estate. La decisione è stata presa quest’oggi nel corso di una riunione del consiglio dei ministri a Tokyo, e il capo di Gabinetto, Hirokazu Matsuno, ha detto che l’esecutivo farà del suo meglio per garantire la sicurezza dell’operazione di sversamento e prevenire danni all’ecosistema. Matsuno ha inoltre esortato l’operatore della centrale, la Tokyo Electric Power (Tepco), ad assicurarsi che tutte le attività pertinenti procedano senza intoppi.

Nel periodo aprile-novembre dello scorso anno, il sito ha prodotto in media 100 metri cubi di acqua contaminata al giorno: una combinazione di acqua di falda, acqua di mare e acqua piovana che si infiltra nell’area e acqua utilizzata per il raffreddamento. L’acqua viene filtrata per rimuovere i vari radionuclidi e trasferita in serbatoi di stoccaggio, con oltre 1,3 milioni di metri cubi già presenti in loco e con spazio in esaurimento.

La centrale nella prefettura del Tohoku, a nord-est del Paese – attualmente in fase di smantellamento – ha subito una tripla fusione del nocciolo nel marzo 2011 a causa del terremoto di magnitudo 9 e il successivo tsunami. Nell’aprile 2021, il governo di Tokyo ha annunciato il piano con la Tepco per rilasciare l’acqua trattata in mare aperto, dopo averla diluita per ridurre la concentrazione di trizio, un isotopo radioattivo dell’idrogeno, al di sotto della percentuale consentita dalle normative internazionali.

Malgrado l’operazione abbia avuto nel febbraio 2020 il parere positivo della Aiea – che aveva ammesso come lo smaltimento sia in linea con gli standard internazionali dell’industria nucleare – il progetto ha tra i suoi maggiori oppositori l’industria della pesca, oltre ai residenti dell’intera prefettura di Fukushima, danneggiati pesantemente dall’ostilità dei Paesi vicini e il bando alla importazione dei prodotti agricoli locali.

L’intero processo di smantellamento della centrale, che comprende la rimozione dei detriti prodotti dal combustibile esausto, secondo le stime del governo, potrebbe durare fino al 2051.



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