Un nodo che nemmeno la procura di Verbania è ancora riuscita a sciogliere. Un passaggio, anche per definire gli eventuali profili di responsabilità, fondamentale: di chi è la proprietà della funivia Stresa- Mottarone? È del Comune di Stresa, come sostiene la Regione Piemonte, oppure è della Regione, come continua a sostenere la sindaca del Comune che si affaccia su Lago Maggiore, Marcella Severino, rimarcando ” che non c’è stato mai il passaggio formale dell’impianto”.
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Questione che assilla anche la procuratrice di Verbania, Olimpia Bossi: “La vicenda ha dei profili di complessità che si stanno rivelando ogni giorno più delicati” . Determinante per capire le responsabilità rispetto a procedure, controlli e bandi. Una proprietà che, dopo l’incidente di domenica e i 14 morti, pesa e nessuno sembra volere. Il rimpallo continua.
Un atto che risale a 24 anni fa
A sottolineare che il passaggio c’è stato, sulla base di una legge del 1997, è l’assessore al Patrimonio, Andrea Tronzano, che ieri lo ha ribadito in Consiglio regionale. “L’impianto appartiene alla Città di Stresa dal 1997, anche se la trascrizione non è potuta avvenire perché il Comune non ha prodotto gli atti più volte richiesti”. Tronzano ripercorre tutta la vicenda. “Il 21 marzo 1997 – spiega – con la legge regionale 15, la Regione ha trasferito al Comune di Stresa la proprietà degli impianti e delle attrezzature”. Gli interventi di revisione generale sono stati fatti nel 2014 e il Comune di Stresa, secondo la ricostruzione dell’assessore, ha avuto un ruolo di amministrazione concedente con la facoltà di stabilire criteri e durata della concessione. “Tramite Scr ( la società di Committenza regionale, ndr) è stato il Comune ad appaltare i lavori di revisione e di gestione dell’impianto stabilendo, dopo una prima gara andata deserta, la durata della concessione in 28 anni e una compartecipazione con fondi comunali per 1 milione 860 mila euro ” , aggiunge Tronzano.
La sindaca di Stresa, Marcella Severino (ansa)
Essendo andata deserta la prima gara, nel 2015, il Consiglio comunale di Stresa – secondo la ricostruzione della Regione – ha approvato i nuovi indirizzi, inclusi la durata della concessione fino al 2028 e un incremento della propria compartecipazione, salita appunto a un milione 860 mila euro. “Nel capitolato d’oneri di gara – rileva Tronzano – è stato specificato che al termine del periodo di concessione l’impianto con le opere e gli immobili ritorneranno al Comune di Stresa. La proprietà quindi è attribuita per legge al Comune. La trascrizione nei registri catastali non è ancora stata finalizzata a causa di alcuni contenziosi. Ancora nel marzo di quest’anno la Regione ha sollecitato nuovamente il Comune di Stresa a perfezionare gli ultimi atti”.
“Non è il momento delle polemiche”
Per l’assessore della giunta Cirio non è però il momento della polemica: “Collaboriamo in questo momento tragico e doloroso per molti “, dice. Spunta però una sentenza civile del 2018 che ingarbuglia la questione: la Regione nei confronti della società di gestione, Ferrovie del Mottarone, nel 2007 ha intentato una causa per chiedere la ” restituzione ” del piazzale antistante la stazione di arrivo della funivia e ” di porzioni immobiliari contigue alla stazione intermedia “. Nel 2018 la Cassazione ha confermato la sentenza della Corte d’appello di Torino, dando ragione all’ente pubblico. Nel ricorso, la Regione affermò che i beni ” andavano riconsegnati al pari dei beni costituenti la funivia restituiti con verbale del 31 dicembre 1996″.
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