Funivia Stresa-Mottarone, parla la zia del bambino sopravvisuto: “Siamo qui per lui: ha cinque anni, e ha perso mamma, papà e fratellino”

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“Ho saputo quello che è successo dai messaggi di WhatsApp dei miei amici. “Oh mi dispiace” hanno iniziato a scrivermi. Al quarto messaggio ho pensato che fosse caduto un altro missile in Israele. Così ho chiamato mio fratello ma non mi ha risposto, poi mia cognata e neanche lei mi ha risposto. Qualcosa non va. Allora ho scritto ai miei amici ma cosa è successo? Due ore dopo la conferma dei nomi dei carabinieri”. 

Aya Biran nella tragedia di Stresa ha perso suo fratello Amit, sua cognata Tal Peleg e il nipotino Tom di soli due anni, che vivevano a Pavia. È notte fonda ed è davanti all’ingresso dell’ospedale Regina Margherita di Torino, dove è ricoverato l’unico sopravvissuto della tragedia, l’altro suo nipotino di soli cinque anni “non sapevamo dove si trovasse, abbiamo capito che si trattava di lui quando abbiamo visto che non era nell’elenco delle vittime”. 

Funivia Stresa-Mottarone, precipita una cabina. Le vittime sono 14, non ce l’ha fatta uno dei due bimbi in ospedale

Suo nipote è arrivato in ospedale in elicottero intorno alle 14, le sue condizioni sono gravi ma stazionarie. Ieri pomeriggio ha subito cinque ore di intervento per le fratture a braccia e gambe “e ora stiamo aspettando che ce lo facciano vedere, almeno da lontano attraverso il vetro” dice tra una telefonata e l’altra all’ingresso dell’ospedale. Dentro ci sono i suoi genitori e “fra poco arriverà personale dall’ambasciata”. 

Anche Aya vive nel Pavese dove lavora come medico in carcere “ma ancora per poco, la vita è troppo breve per essere bruciata così”. Mostra dal telefono la foto dell’altro nipotino, Tom, la vittima più giovane dello schianto “è una meraviglia, i bisnonni erano arrivati da pochi giorni per vederli”. I genitori di Tal Peleg sono morti nel crollo con il resto della famiglia. “Erano arrivati come turisti, ultraottantenni e vaccinati avevano deciso di venire. In Israele ci sono i missili cosa può succedere in Italia? Volevano vedere i bisnipoti”.

Sono ore di attesa e dolore: “i miei genitori sono molto agitati, ho paura che dovrò chiamare un’ambulanza”, ammette. Aya è anche l’unica che parla italiano: “io e mio marito viviamo in Italia da 17 anni, ora ho lasciato due bimbe a casa per essere qui e dovremo gestire tutte le comunicazioni”. Hanno preso una stanza in un albergo di Torino “ma solo per appoggiare la testa. Mio nipote ha un trauma cranico bisogna vedere come va, la prognosi non esiste ancora”. 

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