G7, botta e risposta tra Trudeau e Meloni sui diritti Lgbt. “Canada preoccupato per le posizioni dell’Italia”. La premier: “Agiamo come gli altri governi”

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Uno “scambio di opinioni” sui diritti Lgbt tra il primo ministro Justin Trudeau e la premier Giorgia Meloni, nel corso del bilaterale che si è tenuto a Hiroshima prima dell’avvio dei lavori del G7, come riporta il comunicato sul sito della presidenza canadese.

Trudeau – hanno riportato anche i media canadesi presenti alla prima parte del bilaterale – si è detto “preoccupato da alcune” delle posizioni “che l’Italia sta assumendo in merito ai diritti Lgbt”. E la premier, si legge nella nota canadese, “ha risposto che il suo governo sta seguendo le decisioni dei tribunali e non si sta discostando dalle precedenti amministrazioni”.

Il bilaterale tra Meloni e Trudeau

Al centro del bilaterale tra il primo ministro canadese e la presidente del Consiglio, andato in scena questa mattina prima dell’avvio dei lavori del G/, la “necessità di un’azione congiunta coordinata per fornire garanzie di sicurezza all’Ucraina di fronte all’invasione illegale e ingiustificabile della Russia”. Trudeau e Meloni, si legge nella nota pubblicata sul sito del governo canadese, “hanno convenuto di continuare a sostenere le esigenze di difesa e gli sforzi di ricostruzione dell’Ucraina e di ritenere la Russia responsabile della sua brutale aggressione militare”. I leader, prosegue la nota, hanno inoltre discusso “della necessità di resistere come democrazie basate su regole contro i tentativi di coercizione economica e di interferenza, anche da parte della Cina”.

Trudeau e Meloni hanno poi ribadito il loro impegno a “continuare a rafforzare le opportunità di lavorare insieme, anche attraverso nuovi partenariati commerciali, di investimento e di innovazione. Hanno anche discusso le strade per una maggiore collaborazione bilaterale in aree come le scienze della vita, l’energia, la tecnologia pulita e la sicurezza economica”.

E ancora. Trudeau ha sottolineato “l’importanza dell’ambizione e dell’unità nell’affrontare le minacce alla democrazia, come la disinformazione e gli attacchi informatici, e nella riforma delle istituzioni finanziarie internazionali per migliorare l’accesso ai finanziamenti per i paesi emergenti economie”. I leader, poi, si sono impegnati a lavorare a stretto contatto in vista della presidenza italiana e a coordinare la transizione alla presidenza canadese nel 2025.

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