Gas, aumenta la produzione dai giacimenti italiani: +30% rispetto a un anno fa

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ROMA – Crollo delle importazioni dal passo del Tarvisio, porta di ingresso del gas russo. In alternativa, aumento dei flussi dal Mare del Nord e dall’Algeria. Così come sono cresciute le consegne via nave di Gnl (Gas naturale liquido) ai tre rigassificatori attivi in Italia. Ma soprattutto, per la prima volta dopo quattro anni torna a salire la produzione di metano dai giacimenti “autoctoni”, spinta dalla necessità di usare tutte le risorse possibili per sostituire le forniture di gas russo.

Sono i dati aggiornati che si possono leggere sul sito del ministero della Transizione ecologica che riguardano i “movimenti” del gas in Italia nel mese di maggio confrontati con lo stesso periodo dell’anno scorso. Il dato più sorprendente riguarda proprio le estrazioni di materia prima dai giacimenti off shore nell’Adriatico e canale di Sicilia, mentre gli altri confermano le previsioni degli esperti e l’andamento del mercato dopo l’invasione russa all’Ucraina.

Rispetto al maggio di un anno fa, la produzione nazionale di gas è salita del 30,7%, per un totale di 277 milioni di metri cubi. Per trovare l’ultimo segno positivo nelle statistiche che riguardano le estrazioni italiane bisogna risalire al luglio 2018. Da allora una lenta discesa, accentuata nel periodo di Covid quando il prezzo del gas era arrivato ai minimi. Con la ripresa delle quotazioni, ma soprattutto con l’impennata a partire dall’autunno scorso – accelerata poi con il conflitto in Ucraina – è tornato molto conveniente aumentare la produzione dai pozzi “nostrani”. In ogni caso siamo lontani dai livelli di quattri anni fa: nell’aprile 2018 furono prodotti 433 milioni di metri cubi di metano.

Per il resto i dati del ministero, ci dicono che il gasdotto più utilizzato per l’importazione di gas è il tubo che arriva da Germania e Svizzera e ci porta il metano del Mare del Nord: a Passo Gries, porta di accesso nel nostro Paese, a maggio sono arrivati 905 milioni di metri cubi (+748%). E sempra da qui gli operatori hanno anche esportato verso altri mercati (270 milioni di metri cubi, +670%). Al Tarvisio, invece, il minor afflusso di gas russo ha portato a minori entrate per un totale di 1,3 miliardi (-55%):

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