Gas, la proposta della Commissione Ue per il tetto al prezzo: 275 euro al megawattora. E Gazprom minaccia lo stop alle forniture

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Arriva la proposta della Commissione europea di introdurre un tetto al prezzo del gas, che sarà oggetto di discussione tra i ministri energetici nel vertice previsto per giovedì.

Il price cap, ha annunciato la commissaria all’Energia, Kadri Simson, si colloca a 275 euro al megawattora, al Ttf di Amesterdam. Ci sono alcune condizioni: che il prezzo del gas indicato sui derivati Ttf a più breve scadenza (il mese successivo) superi i 275 euro a megawattora per due settimane; e che la differenza tra il Ttf e il Gnl (il Gas naturale liquido) a livello globale sia oltre i 58 euro per dieci giorni di scambio.

Oggi, per intendersi, i future sul mese di dicembre si muovono poco sotto 120 euro. Il prezzo medio di ottobre è stato intorno a 107 euro.


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Quando scatta lo stop al prezzo

Il regolamento proposto dalla Commissione prevede che quando le due condizioni sono soddisfatte, l’Agenzia per la cooperazione fra i regolatori nazionali dell’energia (Acer) pubblichi immediatamente un avviso di correzione del mercato nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea e informando la Commissione, l’Esma e la Bce. Il giorno successivo entrerà in vigore il meccanismo di correzione del prezzo e non saranno accettati ordini di derivati Ttf relativi al mese successivo eccedenti il tetto del prezzo di sicurezza. Il meccanismo può essere attivato dal 1 gennaio 2023.

Si prevedono salvaguardie per evitare perturbazioni dei mercati energetici e finanziari. Per evitare problemi di sicurezza dell’approvvigionamento, il tetto al prezzo è limitato a un solo prodotto future (prodotti Ttf del mese seguente) “in modo che gli operatori del mercato possano comunque soddisfare le richieste della domanda e approvvigionarsi di gas sul mercato spot e fuori borsa”. Per garantire che la domanda di gas non aumenti, la proposta impone agli Stati membri di notificare entro due settimane dall’attivazione del meccanismo di correzione del mercato quali misure hanno adottato per ridurre il consumo di gas ed elettricità.

L'andamento del gas al Ttf: il picco di agosto è ben evidente

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Una volta adottata dal Consiglio la proposta per un meccanismo di correzione del mercato, la commissione proporrà anche di dichiarare un’ ‘allerta’ attivando risparmi obbligatori di gas per garantire la riduzione della domanda. Inoltre, ci sarà un monitoraggio costante da parte di Esma, Bce, Acer, gruppo di coordinamento del gas e Rete europea dei gestori dei sistemi di trasmissione del gas (Entsog).

Il tetto può saltare

Il tetto al prezzo può esser sospeso in qualsiasi momento. Ciò può accadere “automaticamente, con una disattivazione, quando il suo funzionamento non è più giustificato dalla situazione del mercato del gas naturale” oppure “mediante una decisione di sospensione della Commissione quando vengono individuati rischi per la sicurezza dell’approvvigionamento dell’Unione, per gli sforzi di riduzione della domanda, per i flussi di gas all’interno dell’Ue o per la stabilità finanziaria”, si legge nella presentazione del provvedimento Ue. “Esiste inoltre la possibilità per la Commissione di impedire l’attivazione del meccanismo nel caso in cui le autorità competenti, compresa la Bce, avvertano il concretizzarsi di tali rischi”, si precisa ancora.

Limite troppo alto?

“Il limite di 275 euro a megawattora per il gas scambiato al Ttf è stato calcolato sullo scenario che abbiamo visto ad agosto e vogliamo evitare che si offrano scenari simili”, ha aggiunto la commissaria. La proposta – ha dettagliato – “deve tenere conto delle preoccupazioni per la sicurezza delle forniture e il tetto deve essere alto abbastanza” da evitare un “aumento dei consumi di gas” in Europa. A chi chiedeva come mai l’asticella fosse posta così in alto, ha risposto che “la nostra proposta deve rispettare la sicurezza dell’approvvigionamento”

“La nostra attuale proposta è equilibrata e ci aiuta ad evitare una situazione in cui i prezzi aumentino a livelli eccessivi – le parole di Simson – E’ stata una situazione difficile in cui tutti sono al corrente dei potenziali rischi” ma nonostante ciò “noi non pagheremo prezzi del gas a livello di quelli in agosto”.

La minaccia di Gazprom

Con un timing che come sempre si presta a diverse interpretazioni, prima dell’annuncio della Commissione era stata Gazprom ad agitare le acque del mercato energetico. La società del Cremlino ha minacciat di ridurre la fornitura di gas alla stazione di misurazione di Suja per il transito attraverso l’Ucraina dalle 10 del 28 novembre verso la Moldavia, “se lo squilibrio del transito attraverso l’Ucraina per i consumatori moldavi dovesse persistere”. In sostanza accusa Kiev di trattenere parte dei volumi di gas inviati dalla Russia per 52,52 milioni di metri cubi di gas che sarebbero destinati alla Moldavia. “Il volume di gas russo effettivamente consegnato, per il quale è stato interrotto il pagamento delle forniture correnti di novembre, è di 24,945 milioni di metri cubi di gas”, si legge nella nota diffusa da Gazprom.

Dal canto suo, l’Ucraina risponde alle accuse dicendo che “tutti i volumi di gas naturale che sono stati accettati dalla federazione russa al punto di entrata ‘Sudzha’ per il trasporto” in Moldavia “sono stati completamente trasferiti ai punti di uscita di ‘Oleksiivka’ e ‘Grebenyky'”. L’operatore di rete ucraino (Gtsou) contrattacca: “Non è la prima volta che la Russia utilizza il gas come strumento di pressione politica. Manipola i fatti per giustificare la decisione di limitare ulteriormente i volumi di forniture ai Paesi europei”, ha dichiarato Olga Bielkova, a capo degli affari internazionali di Gtsou.

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