Gb, Ondata di suicidi alla prestigiosa università di Cambridge

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LONDRA. Cinque studenti all’università di Cambridge, si sarebbero suicidati negli ultimi 4 mesi. Numeri inquietanti, che hanno fatto aprire un’inchiesta interna, sostenuta dalla sanità pubblica britannica “Nhs”. Non ci sarebbero legami tra i cinque tragici casi, occorsi tra marzo e giugno di quest’anno, giovani che frequentavano college diversi nella galassia dell’ateneo e, ufficialmente, il Coroner ne ha sinora dichiarato uno come “suicidio” e gli altri “sospetti suicidi”. Ma è scattato l’allarme nella gloriosa università, eccellenza mondiale in Inghilterra insieme a Oxford, visto che i numeri sono ancora più preoccupanti se confrontati con gli ultimi trend nazionali: secondo l’istituto nazionale di statistica Ons, nell’anno accademico concluso nel 2020 c’erano stati “appena” tre suicidi per ogni 100mila studenti, la rilevazione più bassa degli ultimi quattro anni. A Cambridge, invece, se si prendono gli ultimi quattro mesi, la tendenza è tragicamente opposta.

“Siamo scioccati e sconvolti dalla tragica morte di cinque studenti negli ultimi mesi”, ha dichiarato in un comunicato il professor Graham Virgo, navigato vice rettore dell’ateneo per l’Istruzione, “i nostri pensieri vanno alle famiglie. Non c’è legame tra le morti sospette per suicidio, ma stiamo facendo il massimo affinché casi del genere non si ripetano più. Per noi niente è più importante della sicurezza e della salute dei nostri studenti. Stiamo lavorando a una serie di provvedimenti in questo senso”. E cioè, secondo il Guardian, a consulenze speciali dell’università dedicate agli studenti, per identificare immediatamente i casi di disagio psichico e mentale e dunque prevenire gesti estremi da parte dei ragazzi. 

Problemi mentali e psichici come conseguenza post-pandemica, tra le altre cose? Oppure iper-competizione all’università? Speculare sulle ragioni di questo drammatico trend all’università di Cambridge in questo momento non è indicato, anche perché ogni singolo caso di questa tragica ondata di suicidi o presunti tali, ha motivazioni e background diversi dagli altri. Di certo però, ha continuato Virgo, “in varie università britanniche e internazionali, registriamo un numero crescente di ragazzi che chiedono sostegno psichico dopo aver sofferto di problemi mentali”. 

“Non dovremmo speculare su questi strazianti episodi, ma chiaramente c’è una crisi di salute mentale a Cambridge”, ha dichiarato l’associazione di studenti dell’Università, che ha criticato il piano di prevenzione suicidi dell’ateneo, secondo i ragazzi “annacquato dalla reazione dei vertici di alcuni college”. Tra le ultime cinque morti, ci sono Daniel Fry, 20 anni, studente al secondo anno di storia all’Homerton college di Cambridge, che si sarebbe tolto la vita lo scorso marzo, e Yasmin Lajoie, 34, matricola di scienze umani, sociali e politiche allo Hughes Hall, trovata morta lo scorso marzo. Prima di loro, nel Regno Unito aveva scioccato il caso di Natasha Abrahart, 20 anni, una degli 11 studenti dell’università di Bristol suidicidatisi tra il 2016 e il 2018.

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