Gianni Minà, la camera ardente in Campidoglio: “Un protagonista del Novecento”

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Si è aperta alle 10 nella sala della protomoteca del Campidoglio la Camera ardente di Gianni Minà, il giornalista scomparso lunedì a Roma a 84 anni nella clinica Villa del Rosario dopo una breve malattia cardiaca. Ad accogliere il feretro, insieme alla famiglia, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri. L’omaggio proseguirà fino alle 19. Tra i primi a rendere omaggio a Gianni Minà anche Andrea Purgatori, Valter Veltroni, Sigfrido Ranucci, Franco Carraro.

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Il ricordo di Ricky Tognazzi: “Minà generoso di natura, entusiasta”

”Generoso di natura, entusiasta”, così l’attore Ricky Tognazzi ricorda l’amico Gianni Minà,. Nella sala della Protomoteca, dove è stata allestita la camera ardente, Tognazzi ricorda ”la grande naturalezza con cui raccontava aneddoti straordinari, questi suoi incontri storici’

Don Luigi Ciotti: “È stato un giornalista con la schiena dritta”

“Un amico e un giornalista libero perché l’informazione o è libera o non è informazione. È stato un giornalista con la schiena dritta, capace di scendere nella profondità della conoscenza delle persone, le sue interviste erano una consegna di umanità, delle fragilità ma anche della ricchezza umana delle persone. Per me è stato un grande punto di riferimento. Ha spalancato uno sguardo molto più ampio sulle finestre del mondo”, ha detto Don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, a margine della camera ardente di Gianni Minà, aperta oggi in Campidoglio.

Gualtieri: “Protagonista e testimone di pagine fondamentali della storia del Novecento”

“Minà è stato un giornalista e un autore televisivo straordinario. Un autore di pagine memorabili di giornalismo, una personalità riconosciuta in tutto il mondo. Penso uno tra i più grandi giornalisti che l’Italia abbia avuto, che ha saputo interpretare la sua professione in un modo vigoroso e impegnato. È stato protagonista e testimone di pagine fondamentali della storia del Novecento e della storia politica più recente. È andato in America Latina, è stato impegnato in tante battaglie per i diritti e per la libertà. Insomma, qualcosa di più di un giornalista”, ha detto il sindaco di Roma Roberto Gualtieri.

“Una personalità straordinaria e anche una persona dolcissima – ha aggiunto Gualtieri- Una persona con un grandissimo cuore che ha messo tutto il suo impegno, la sua passione e il suo rigore per rendere nobile il mestiere del giornalismo e per scrivere pagine importanti della cultura del nostro Paese. Un protagonista della vita culturale, civile e democratica dell’Italia e del mondo”.
“Ci sono oggi paesi e continenti che lo ricordano e lo piangono. Minà era una personalità molto conosciuta all’estero, forse uno degli italiani più conosciuti- ha concluso- Lui ha conosciuto persone semplici e grandi del mondo e aveva questa capacità di essere amico e di riscuotere la fiducia. Io appartengo a una generazione che è cresciuta con Minà e ha segnato anche una fase di modernizzazione televisiva. Credo vada riconosciuto e ricordato adeguatamente come un grande della cultura e del giornalismo italiano”.

Il presidente dell’Anpi Pagliarulo: “Un uomo mite, solare, libero”

‘Un uomo mite, solare, libero”, così il presidente dell’ Anpi Gianfranco Pagliarulo ricorda l’amico Gianni Minà, il giornalista morto lunedì sera a 84 anni. Nella sala della Protomoteca, dove è stata allestita la camera ardente, Pagliarulo continua: ”Era iscritto all’Anpi, la moglie mi ha raccontato che era l’unica tessera che aveva. Ho un ricordo molto bello di quest’uomo, di questo professionista, di questo intellettuale, di questo giornalista vero, cioè sul campo. Un uomo del mondo, che era sempre in giro per il mondo, soprattutto in America Latina e anche le sue amicizie più famose (Mohamed Ali, Fidel Castro) ci danno questa descrizione. Ci mancherà”.

Ranucci: “Grandissimo cantore del nostro secolo”

“Ho un piccolo rammarico: non essere riuscito a lavorare con Gianni Minà”. A dirlo, Sigfrido Ranucci, anima di Report di Rai3, oggi tra i primi a rendere omaggio alla camera ardente. “C’eravamo incontrati alla fine degli anni 80, inizi 90, per un progetto – racconta – All’epoca io ero un programmista regista. Purtroppo non abbiamo fatto in tempo, perché poi lui è stato allontanato, un po’ epurato dalla Rai. Minà – prosegue – è stato un grandissimo cantore del nostro secolo che ha raccontato attraverso grandi per personaggi e così, con semplicità, ha fatto capire le necessità del popolo. Una semplicità di narrazione che forse oggi un po’ manca- aggiunge – Tra le sue qualità, c’era la grande la capacità di arrivare in maniera diretta anche ai più grandi del nostro secolo e mantenere la schiena dritta, sempre e comunque. Le sue interviste? Le mie preferite sono quelle a Mohammed Alì e a Massimo Troisi”.

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