Gioca, balla e ride: a Milano il popolo di Deejay sconfigge anche il caldo

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Alla vigilia della due giorni di celebrazioni dei quarant’anni di Radio Deejay, Linus aveva dettato il suo altolà: “Te la devi godere, ma te la devi anche sudare. Non è una festa per pelandroni”. “Party like a Deejay”, l’evento che detta il ritmo al parco Sempione, è un invito al movimento, inteso nel senso più ampio possibile. E in effetti sì, qui suda chiunque. Ci sono per esempio quelli che all’orario killer delle 14,30 sfoggiano agonismo e tiri da tre sul campo di basket, situato in una delle tante aree tematiche che caratterizzano questa specie di cittadella di musica e sport targata Deejay. Ma suda anche il pubblico che, pochi passi più avanti, si riunisce sin dalla mattina al Teatro Burri, la zona dell’intrattenimento: si balla, si canta, si sorride. E più passa il tempo più la calca cresce di numero, consistenza, entusiasmo.

(fotogramma)

Che cosa significhi lavorare a Radio Deejay lo racconta Alessandro Cattelan, uno dei conduttori ospiti dello Speakers’ corner nel Cortile della Rocchetta, al Castello Sforzesco: “Era il ’96, ero andato a vedere il Deejay Time con alcuni miei amici. Ci siamo guardati negli occhi: eravamo increduli del fatto che Albertino e gli altri venissero pagati per fare quello che facevano. Capii che potevo “lucrare” su questa cosa”, rivela ironicamente, rispondendo a una domanda.

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La storia di Cattelan è, per certi versi, la storia della stragrande maggioranza delle persone al Sempione, che si sentono a vario titolo parte integrante di questa radio, al punto da ritenersi coprotagonisti, più che semplici ascoltatori. Lo spiega bene uno di loro: “Sono un fan di Deejay sin dal 2006”, dice Raffaele Maccarone, 37 anni, avvocato che lavora all’università Bicocca. “La data è impressa nella mia mente perché in quel periodo ero impegnato con la tesi di laurea e ricordo che Linus e Nicola Savino mi coccolavano, mi rendevano quelle giornate meno pesanti. Da allora non ho più smesso di ascoltare la radio e, quando posso, partecipo anche alle iniziative che organizza Deejay, soprattutto le maratone. Naturalmente correrò anche in questa occasione (oggi, ndr). Peccato che c’è chi ha rinunciato…”.

Il riferimento scherzoso è alla compagna, Sharon Romano, 28, stagista alla Bicocca, che è accanto a lui e che non ha intenzione di giustificarsi: “Avevo già partecipato una volta…”, dice col sorriso sulle labbra. Insomma, ha già dato. Poi ci sono Lucia Oddonetto, 26, e Andrea Grimaldi, 30. Lei ha un tatuaggio temporaneo sul petto che probabilmente riassume tutto il senso di “Party like a Deejay”: c’è scritto “Io sono Deejay”. “Ho iniziato ad appassionarmi un anno e mezzo fa grazie al mio fidanzato”. Lui, Andrea, nella vita fa il giardiniere: è la programmazione dell’emittente milanese a tenergli compagnia.

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In generale, chi non è coinvolto in qualche attività (e ce n’è per tutti i gusti, dallo yoga all’animazione per i bambini, fino al richiestissimo padel, i cui due campi si trovano all’Arco della Pace), va a caccia della merce più rara della giornata: l’ombra. Giacomo, 41 anni, è appena riuscito a sedersi su una panchina sotto un albero. Ha uno sguardo da re e un outfit da professionista del gran caldo, ovvero infradito, pantaloni celesti sopra il ginocchio, camicia bianca fatta di un tessuto che dovrebbe essere lino ma che alla vista pare incorporeo come una freschissima nuvola di passaggio. Beato lui.

“Io sono un A.M.C.”. Prego? “Un Amico Della Cassettina. Ascolto Radio Deejay dal ’93, sono quasi trent’anni. Mi ero appassionato al Deejay Time, ho anche un maxi poster risalente forse al ’96 firmato da Fargetta. Albertino chiamava Amici Della Cassettina gli ascoltatori che registravano su cassetta le puntate della sua trasmissione. A casa ne ho ancora un sacco, anche se ormai non le posso ascoltare perché non ho un mangianastri”. Francesca Guarnotta e Davide Del Cero, 39 e 42 anni, sono arrivati da Genova. “Siamo qui perché si esibiranno tutti gli artisti che ci piacciono, ma anche perché è giunto il momento di riprendere in mano la nostra vita, dopo due anni così”.

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Intanto, al Teatro Burri arriva Michele “Wad” Caporosso che presenta una sorta di antipasto dell’evento serale: sul palco si alternano Anna, Mecna con CoCo, Mr. Rain e Rhove: il Sempione diventa una festa piena di gente. Quando tocca a Rhove la calca è notevole: “Ma vi state divertendo? Siete fermissimi”, dice il rapper ai presenti che resistono sotto il sole contundente di fine giugno. In realtà si stanno divertendo eccome e Rhove lo sa: è solo un gioco delle parti per spingere i fan a farsi sentire di più. La festa è proseguita all’Arena con Coez, Elisa, Elodie, Fabri Fibra, Ghali, Guè, Irama, La Rappresentante Di Lista, Madame, Marco Mengoni, Marracash, Sangiovanni. Il pop attuale in ogni sua forma.

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