Giorgetti: “Alitalia, saranno mesi dolorosi”. Sul blocco dei licenziamenti: “Va rivisto per settori”

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TRENTO – Parla di “uno sforzo difficile” per l’ennesimo rilancio di Alitalia, della riforma della giustizia come “tassello per una nuova Italia” e della necessità di rivedere il blocco dei licenziamenti “declinandolo più utilmente per i settori, ad esempio il tessile che avrà una uscita più lenta” dalla crisi “rispetto agli altri”. Il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, al Festival dell’Economia di Trento tocca molti dossier caldi dell’agenda di governo. Ma ad attenderlo al varco non c’era solo la platea di addetti ai lavori interessati al suo pensiero: anche una pattuglia di rider e fattorini – alcuni per conto di Amazon, altri con gli attrezzi del mestiere (borse e zaini) delle più note piattaforme del delivery come Glovo e Deliveroo – riuniti sotto lo slogan “mai più consegne senza diritti”. Quando hanno appreso che Giorgetti si sarebbe collegato in videoconferenza e non sarebbe intervenuto di persona, hanno espresso tutta la loro delusione: si tratta per la maggior parte di giovani, che raccontano di esser studenti universitari che arrotondano con questo lavoro. La richiesta unanime che avrebbero voluto recapitare di persona al titolare dello Sviluppo economico? “Il contratto di lavoro dipendente”, non quello siglato dall’associazione di categoria con l’Ugl che giudicano “una truffa”.

Restando ai dossier industriali che giacciono sul suo tavolo, Giorgetti è partito dalla questione della ex Ilva di Taranto. “Abbiamo già in testa il profilo d’investimento per arrivare a una produzione che tenga conto delle legittime aspettative in materia ambientale, ma continui a produrre acciaio al servizio dell’industria nazionale”, ha assicurato. Ma perché tutto ciò vada in porto serve il passaggio fondamentale, l’ennesimo, con la giustizia: il quadro si chiarirà “soltanto quando il Consiglio di Stato si pronuncerà”, in particolare sullo spegnimento dell’area a caldo. “Presumibilmente dovremo aspettare fino a metà giugno. A quel punto ci metteremo al tavolo con Mittal per capire che intenzioni, ha come vuole rimanere nella partita”, ha aggiunto.

Per il capitolo Alitalia, Giorgetti ricordato che con il varo di Ita “nasce una società interamente a capitale pubblico” e che per questo “la Commissione Europea ci chiede una totale discontinuità con Alitalia. Tutti quanti devono comprendere l’incredibile sforzo che noi stiamo facendo per fare partire e non è affatto facile una compagnia pubblica che però risponda a criteri di economicità. Saranno mesi di transizione dolorosi, anche sotto il punto di vista dell’assetto e occupazionale. Saranno mesi molto complicati”.

Chiarito di esser “assolutamente favorevole” alla tassa globale sulle multinazionali, Giorgetti ha quindi assicurato che la riforma della Giustizia si farà: “Io ci credo, non c’è soltanto il penale, penso alla giustizia amministrativa, alla tributaria, alla civile, penso a chi guardando l’Italia ritiene bizzarro il nostro sistema. Dobbiamo fare grandi passi in avanti, la ministra Cartabia sta lavorando molto molto seriamente, abbiamo preso un impegno” con Bruxelles ed “è un altro tassello fondamentale della nuova Italia”.

Anche sul blocco dei licenziamenti ha precisato la sua posizione: “Deve essere rivisto e collegato inevitabilmente a quello che è un nuovo sistema degli ammortizzatori sociali che però non può essere quello del mondo pre pandemia”. Il blocco è “stato una misura eccezionale e tale deve rimanere dovuta a una situazione eccezionale. Io non sono tra quelli che crede che i posti di lavoro si facciano con decreto legge. Il problema è come gestire questa transizione”, ha aggiunto. “La ripresa sarà più veloce di quello che pensiamo ma dipende da settore a settore e il blocco dei licenziamenti andrebbe declinato con valutazioni settore per settore”, come per esempio nel “tessile che uscirà più lentamente dalla crisi”.

Ha collaborato Raffaele Ricciardi

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